Carlo Hauner, bresciano di origine boema, arriva per la prima volta alle isole Eolie nel 1963 e, innamoratosi di quelle terre, negli anni '70 finisce per trasferirsi a Salina. Lì arriva il secondo colpo di fulmine; la Malvasia, un'uva antica (si hanno testimonianze della sua presenza sul territorio già dal I sec a.C.), dolce e profumata che i contadini eoliani raccolgono a metà settembre, quando è giunta a perfetta maturazione, e che per due settimane lasciano asciugare al sole, affinando una tecnica rimasta quasi invariata nei secoli. Il risultato è quello che Dumas padre definiva come il vino più eccezionale che avesse assaggiato nella sua vita. Dopo un'attenta osservazione della tradizione vinicola locale, integrata con lo studio di testi antichi e moderni, Hauner riesce a recuperare una ventina di ettari di terreno e li trasforma in vigneto. Lì, sui terrazzamenti recuperati dalla tradizione agricola locale, inizia a produrre la sua Malvasia, con alcune innovazioni: lascia che l'uva appassisca direttamente sulla vite e sperimenta una tecnica di raffreddamento durante la fermentazione. Piccoli accorgimenti che fanno sì che i suoi vini finiscano sulle tavole dei migliori ristoranti di tutto il mondo. Negli anni '80 nascono una nuova cantina e nuovi vini, il Salina Bianco, il Salina Rosso e l'Antonello. Dopo la scomparsa di Carlo Hauner, l'azienda viene rilevata dal figlio (nella foto), che ne porta avanti il nome e la filosofia: produrre un vino genuino e complesso, ma, soprattutto, terribilmente buono.