Un territorio vocato fin dall'epoca degli Etruschi. Questo il filo conduttore che lega le aziende del Consorzio di Montescudaio. Quattordici gioielli vinicoli incastonati in un paesaggio toscano influenzato dal mare la Doc, infatti, comprende tutti i comuni della Val di Cecina, esclusa Volterra- . Una storia millenari che viene ricordata dal "cinerario di Montescudaio" (VII sec. a.C.) che raffigura un banchetto funebre con un grande vaso "cratere" nel quale veniva mescolato il vino con l'acqua, secondo l'uso greco.
La storia della vite in questo territorio si snoda attraverso i secoli fino ai nostri giorni. Nel 1968 nasce la Sagra del vino, mentre nel 1977, si ha l'ottenimento della Doc con due tipologie: un rosso a base di sangiovese, trebbiano, malvasia, e altre varietà come canaiolo e colorino, ed un bianco, a base di trebbiano, malvasia e vermentino, che può essere prodotto anche come Vin Santo, secco, semisecco o dolce (disciplinare che, dal 1999, che prevede l'utilizzo dei vitigni cosiddetti "innovativi" come il cabernet, ad esempio).
In questi quaranta anni il Consorzio si è consolidato ed ha raggiunto obiettivi importanti portando il nome di questa zona su scenari internazionali grazie a prodotti di qualità. Negli ultimi anni, poi, si è accentuata sempre di più la volontà di far parlare di Montescudaio e del suo territorio fuori dal contesto locale e regionale.
Un programma ambizioso che poggia le sua basi su una volontà dei produttori di lavorare in concerto con le amministrazioni locali e con le realtà associative presenti. Un percorso solido che ha dato, fino ad oggi, frutti importanti.