Cantine Valle d'Aosta

Chateau Feuillet

A due passi da Aosta e nella zona di produzione del Torrette si trova questa piccola Azienda di circa tre ettari.
L'Azienda viticola del Chateau Feuillet nasce nel 1997,ma trae le sue origini da una tradizione vitivinicola gia' iniziata da nonno Tinet negli anni sessanta,basata sulla produzione di vino per consumo familiare.
Il rinnovamento dei vigneti e l'espansione Aziendale,fa si che si passi da 5000 mq. a 30000 mq. di nuovi impianti e di proporsi sul mercato con circa 18.000 bottiglie annue.

Anselmet

Quatremillemètres

Consorzio \"spumantistico\" figlio di tre note aziende valdostane: Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, Crotta di Vegneron e Co-Enfer. Dalla sede di Arvier l'accoppiata Gianluca Telloli - Andrea Costa guida con mano sicura questo progetto, forte della profonda esperienza dei vitigni locali. La promozione della linea bollicine d'altitudine, particolarmente curata con presentazioni adeguate, dà i suoi frutti. I due nuovi Metodo Classico, prodotti nella Vallée, sono sontuosi ed eleganti. Tra le vecchie conoscenze si sottolinea la lavorazione dell'Ancestrale, rara in Italia, e le due etichette in metodo Charmat, prodotte per ora in Veneto, da blend che sono variati, nella ricerca di sempre maggiore appeal.

Lo Triolet

Un vigneto condotto con grande cura e secondo i principi della lotta integrata, con trattamenti minimi grazie a particolari condizioni microclimatiche, confermano la qualità della produzione di questa cantina. Il Pinot Grigio è il vitigno sul quale ci si concentra con attenzione, con l'elaborazione della morbida e coinvolgente versione Élevé en barrique, di quella sapida e rinfrescante in acciaio e di quella da uve stramature. Quest'anno, la trilogia di questi vini è orfana del dolce Mitsigri 2007, che non è stato prodotto a causa di una limitata quantità di uve. Molto interessante il polposo Rouge Coteau Barrage, nel quale il dominante Syrah acquisisce un tocco più tradizionale con una percentuale, seppur limitata, di Fumin.

Les Granges

Les Granges prende il nome dal vicino e antico villaggio. Curiosamente, Grange è anche il cognome di Liana, che conduce l'azienda assieme a Gualtiero Crea. Parlare di piccole dimensioni in questo caso non è un modo di dire, i vigneti coprono appena due ettari e mezzo, però si trovano in cima a una collina, in pieno sole, posizione assolutamente privilegiata nonchè condizione necessaria per la maturazione delle uve a queste latitudini (e altitudini). L'attività produttiva ha avuto inizio una ventina d'anni fa, senza fini speculativi ma giusto per non disperdere il patrimonio ampelografico messo a dimora dagli antenati, e conferendo il raccolto a una cooperativa. La svolta c'è stata nel 2005, con la realizzazione di una cantina all'interno del nucleo aziendale che ha consentito la completa autonomia produttiva.

Les Crêtes

La degustazione dei vini di Les Crêtes ha confermato l'ottimo livello qualitativo di questa cantina, vero punto di riferimento del vigneto valdostano, in cui la storia e le moderne tecnologie si intrecciano per dare vini di spessore come il Fumin Vigne La Tour e paradigmatiche impronte varietali come il Petite Arvine Vigne Champorette. Ma soprattutto l'elegante complessità dello Chardonnay Cuvée Bois, un caleidoscopio di profumi e un'avvolgente rincorsa tra sapidità e morbidezza. Infine, una piacevole segnalazione per Les Abeilles, dolce e deliziosamente profumato.

La Vrille

Un fazzoletto di terreno sabbioso e ciottoloso, con vigne impiantate a guyot che salgono fino a 650m slm e una predilezione per la vinificazione in acciaio: questa, per i due vini proposti in degustazione, è la filosofia produttiva di questa cantina per mantenere al meglio la fragranza dei caratteri varietali, che spiccano in modo particolare nel Muscat Flétri, davvero molto piacevole.

La Crotta di Vegneron

L'ampio ventaglio di vini proposti in degustazione ha fornito una panoramica esaustiva del vigneto valdostano di qualità. Le note più convincenti sono legate alla fragrante aromaticità del Moscato Bianco, sia nel conosciuto Passito Prieuré sia nell'esordiente, sicuro e senza alcun tentennamento, Muscat Attente 2005, seducente nei profumi e setoso all'assaggio. E in tema di sfumature aromatiche, sempre piacevoli le diverse versioni di Nus Malvoisie e il Müller Thurgau. Poi, i rossi, con l'ennesima conferma del polposo Fumin Esprit Follet e di alcuni uvaggi a base Vien de Nus e Petit Rouge, sempre morbidi, con tannino ben disegnato ed equilibrio composto.

Institut Agricole Regional

Grosjean

1969-2009: 40 anni fa papà Dauphin iniziò a imbottigliare il proprio vino per esporlo alla II Exposition des vins du Val d'Aoste. Oggi, in un vigneto di 7 ettari, sono coltivati tutti i principali vitigni tradizionali e autoctoni. I terreni sono sabbiosi-ciottolosi, le vigne sono esposte a sud tra i 600 e i 750 m slm, le densità di impianto attivano a 10.000 ceppi/ha, la vinificazione è svolta senza aggiunta di lieviti selezionati: tutto crea le migliori condizioni per l'elaborazione di vini di qualità e di chiara espressione territoriale. Su tutti, il Fumin Vigne Rovettaz 2007, davvero ricco e succoso.

Feudo di San Maurizio

Le vigne della soleggiata collina di Sarre sono il risultato della grande passione di Michel Vallet, che da vigneron per hobby si è trasformato in produttore a tutti gli effetti. Anno dopo anno si è dedicato alla riscoperta di rari vitigni autoctoni, con una selezione quasi maniacale delle uve in vigna e grande cura in ogni passaggio in cantina. Il vitigno su cui punta di più è il Petit Rouge, che si ritrova in diverse espressioni, come Torrette Supérieur e Pierrots, i vini che più sintetizzano la qualità e lo spessore di questa produzione.

Coenfer

Piace sempre parlare della meraviglia dell'anfiteatro naturale de \"l'Enfer\". Grande dinamismo nelle scelte atte a valorizzare il Petit Rouge, preziosa gemma della viticoltura locale. Serve attenzione per districarsi tra le etichette e le diverse interpretazioni dei prodotti offerti. Nella gamma, l'espressione migliore è apparsa quella del cru Clos de l'Enfer, equilibrata e ricca di polpa. Novità è la Digne du Pape, Magnum dedicata ai soggiorni estivi dei Sommi Pontefici nella Vallée. Curiosa etichetta verde, sulla via della certificazione bio.