Risale al 2009 l'istituzione del Consorzio di Tutela Prosecco DOC, in seguito ad una piccola “rivoluzione” che ha interessato uno dei vini di punta dell'enologia italiana. Il Prosecco prodotto nell'area di Conegliano-Valdobbiadene ha ottenuto il riconoscimento della DOCG, a testimonianza della qualità e della storicità di un vino unico nel suo genere, a partire dal legame con il territorio. A quel punto si è reso necessario tutelare con la denominazione di origine controllata il vino Prosecco prodotto storicamente tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, mettendolo al riparo dalla concorrenza e dal rischio di contraffazioni. Da qui la modifica della denominazione del Prosecco DOC, riferita non più al vitigno, che poteva essere prodotto in tutto il mondo, ma al vino.
Il nuovo nome del vitigno, pertanto, è Glera, mentre solamente il vino prodotto nell'area della DOC può fregiarsi del nome Prosecco.
La zona di produzione comprende nove provincie tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: Treviso, Padova, Venezia, Vicenza, Belluno, Pordenone, Gorizia, Trieste, Udine, facendone così la più grande DOC italiana per estensione territoriale.
La nuova DOC, pertanto, ricomprende e sostituisce le Igt preesistenti (Prosecco Colli Trevigiani, Prosecco Marca trevigiana, Prosecco del Veneto, Prosecco Alto Livenza, Prosecco delle Venezie) in un unico territorio. La denominazione inoltre prevede la possibilità di specificare l'area di origine delle uve per le province di Treviso e Trieste.
Quarantotto soci, per oltre 6.000 aziende viticole e 930.000 ettolitri di vino prodotti nel solo 2009: con questi numeri il nuovo Consorzio Prosecco DOC punta alla sfida dei mercati internazionali, facendo leva sulla notorietà e la qualità di un vino che non teme paragoni. Il logo ufficiale è una sorta di sole che con una rotazione di 9 bicchieri sta a significare le uniche nove province in cui il Prosecco DOC può essere prodotto.
Scelta significativa dei produttori che aderiscono al Consorzio è la decisione di adottare il contrassegno di Stato, la fascetta obbligatoria per le sole DOCG: una scelta volontaria che denota l'intenzione di tutelare ulteriormente la qualità del prodotto, certificata dalla sigla identificativa alfanumerica con la quale è possibile rintracciare l'intera filiera produttiva e contrastare la sofisticazione. La fascetta ministeriale viene applicata alle bottiglie in commercio a partire dal 1 agosto 2011.