Il vino a denominazione di origine è un prodotto suggestivo, frutto della simbiosi tra i fattori naturali, come clima, terreno e vitigno, e fattori umani, come gli usi, le scelte tecnologiche e la ricerca. Con il riconoscimento della denominazione di origine “Arcole” pubblicata il 13/09/2000, una vasta zona ad alta tradizione viticola del veronese e del vicentino va così a riqualificare ulteriormente le proprie produzioni.
La zona di produzione interessa infatti i comuni di Arcole, Cologna Veneta, Albaredo, Zimella, Veronella, Zevio, Belfiore, Caldiero, San Bonifacio, Soave, Colognola ai Colli, Monteforte, Lavagno, Pressana, Vago e San Martino Buon Albergo in provincia di Verona ed i comuni di Lonigo, Sarego, Monte, Orgiano e Sossano in provincia di Vicenza. La superficie vitata che rientra nella zona delimitata ed interessata all'iscrizione nell'Albo vigneti della Doc Arcole è di circa 2500 ettari in provincia di Verona e di circa 1000 ettari nella provincia di Vicenza.
All'interno della zona di produzione il Disciplinare prevede una zona più ristretta con la possibilità di utilizzare, accanto al nome della denominazione "Arcole", anche il nome del vitigno. Questa zona comprende nove comuni: quelli di San Bonifacio, Arcole, Caldiero, Belfiore, Zimella, Cologna Veneta, Veronella, Zevio, Albaredo d'Adige, alcuni interamente, altri solo in parte, tutti comunque situati in provincia di Verona.
La caratteristica di quest'area è quella di avere buona parte del suolo con un'alta percentuale di sabbia, un parametro che rende il terreno più vocato alla coltivazione della vite per ottenere un vino di grande qualità. Tuttavia l'attuale realtà produttiva è ancora caratterizzata da sesti di impianto abbastanza larghi con forme di allevamento a pergola veronese.
Le esigenze più immediate sono quindi quelle di aggiornare la base ampelografica sulla base di quanto proposto dal disciplinare per adeguare gli impianti. Con la necessità di gestire e valorizzare questo importante momento di trasformazione ed evoluzione produttiva nasce l'8 febbraio 2001 il Consorzio di Tutela del Vino Arcole Doc.
I produttori soci di questa struttura rappresentano già da soli più dell' 80% della potenzialità produttiva di tutta l'area. La stessa quota di rappresentatività è valida anche per quanto riguarda la vinificazione e la commercializzazione.
Secondo le norme statutarie il Consorzio di Tutela è chiamato a:
I. tutelare, valorizzare e curare gli interessi relativi alla denominazione di origine del vino Arcole DOC, nonché:
II. svolgere tutte le attività e i compiti attribuiti ai Consorzi dalla legislazione comunitaria e nazionale in materia di vini a denominazione di cui alla L. 164/1992 e successive modifiche e relativi regolamenti.
Un altro importante aspetto che non compare formalmente tra le norme del disciplinare e dello statuto è quello legato alla gestione della Denominazione. Gestire significa verificare l'impatto economico della produzione sul mercato.
Questa è oggi la grande sfida che anche una denominazione giovane come l'Arcole DOC deve affrontare, una sfida che deve coinvolgere anche altri soggetti, oltre ai produttori, perché Denominazione e tipicità sono un patrimonio collettivo di un'area.