Priorità ai giovani ammesse richieste da 0,5 a 10 ettari intti di impianto per quasi 150 ettari, prioritariamente destinati ai giovani imprenditori, per aumentare ulteriormente la produzione vitivinicola marchigiana all'insegna della qualità.
Li mette a disposizione la Regione Marche con il bando con cui disciplina modalità e termini di presentazione delle domande. Entro il 15 settembre la scadenza delle richieste per una graduatoria che privilegia in maniera netta e significativa gli under 40, e tra essi chi contribuisce a fare squadra, aderendo ad uno dei due Consorzi di Tutela o partecipando a progetti di promozione dei vini regionali. Il costo dei diritti che saranno concessi ai beneficiari del bando è di 1500 euro per ettaro, valore che si dimezza per gli under 40 e che diventa gratuito per chi, tra i più giovani, risulta in possesso di comprovate competenze professionali (ad esempio una laurea o un diploma conseguito in un istituto agrario) e si sia insediato per la prima volta a capo dell'azienda. Le domande potranno contenere richieste di concessione per un minimo di mezzo ettaro ed un massimo di 10 ettari. Saranno assegnati prioritariamente a chi dichiara che saranno utilizzati per la produzione di vino a denominazione d'origine mentre solo in caso di ulteriore disponibilità saranno accolte le domande per la produzione dei vini ad Indicazione geografica tipica. L'impianto deve essere realizzato entro due anni. È questo, come noto, l'ultimo bando di concessione di diritti di impianto della riserva regionale, essendo il 2015 l'anno in cui terminerà il regime dei diritti e l'operatività della riserva, al quale sarà sostituito, dal 2016, il sistema delle autorizzazioni, comunque regolamentato dall'Unione europea. «I produttori marchigiani — ha sottolineato al Tavolo della filiera vitivinicola l'assessore regionale all'agricoltura Anna Casini — hanno a disposizione lo strumento per ampliare la propria base produttiva e la dimensione economica. Sottolineo l'importanza del provvedimento perché, essendo l'ultimo bando di concessione dei diritti, è interesse di tutta la viticoltura marchigiana che l'intera dotazione disponibile venga assegnata ai produttori: la superficie che non dovesse essere richiesta, e quindi assegnata, si tradurrebbe nella perdita della ricchezza del patrimonio viticolo regionale, a scapito di tutto il settore produttivo».
Autore: FRANCESCO CHERUBINI
Fonte: Sole24Ore
Ci sono tutte le premesse perché l'annata 2015 si riveli «da incorniciare». Ne sono convinti all'Assoenologi secondo cui nel 2015 saranno prodotti 46,3 milioni di ettolitri 10% rispetto allo scorso anno.
Ma colpire sono sopratutto le ottime premesse sul piano qualitativo che lasciano immaginare una produzione ovunque STIME ASSOENOLOGI ; Secondo l'associazione la produzione 2015 toccherà quota 46,3 milioni di ettolitri ( 10% sul 2014) di buon livello con svariate punte di eccellente. «L'estate calda - spiegano ad Assoenologi - e giuste piogge ad agosto hanno posto le premesse per un'ottima maturazione de grappoli. Decisive saranno ora le condizioni meteo di fine settembre». • SERVIZIO A PAG. 5 Una vendemmia a cinque stelle Veneto da record con 9,1 milioni di ettolitri - Martelli: ora è decisivo guadagnare spazio in Cina La vendemmia riparte. Dopo un quinquennio difficile per l'alternarsi di condizioni meteo sfavorevoli (caratterizzate o da troppo caldo accompagnato dalla siccità, oppure da truppa pioggia che a sua volta ha fatto da volano alle malattie della vite) la produzione di vino made in Italy torna su livelli che sembravano ormai dimenticati: per i raccolti 2015 si prevedono 46,3 milioni di ettolitri che equivalgono a un rotondo 10% rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge dalle annuali stime effettuate da Assoenologi, l'associazione degli enologi ed enotecnici italiani, diramate come di consueto sulla base di una proiezione statistica effettuata su un primo 10-15% di uve già in cantina. La vendemmia 2015 rischia di rivelarsi un'annata da incorniciare non solo sotto il profilo quantitativo ma soprattutto sul piano della qualità. «Il gran caldo di luglio se da un lato ha impedito lo sviluppo di parassiti e di malattie della vite — spiega il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli — d'altro canto rischiava di stressare un po' troppo i vigneti italiani. Ma fortunatamente ha lasciato il posto nel mese di agosto a provvidenziali precipitazioni che solo occasionalmente hanno assunto la forma deleteria della grandine. Certo molto dipenderà ora da come decorreranno le settimane di settembre e le prime di ottobre, di fatto quelle decisive della vendemmia, ma è certo che negli scorsi anni raramente i vigneti italiani si sono presentati a questo punto della stagione in condizioni tanto promettenti. Se non ci saranno stravolgimenti siamo convinti che il millesimo 2015 sarà da incorniciare». Ritornando all'aspetto quantitativo tra le singole regioni il Veneto con il volume record di 9,1 milioni di ettolitri ( 10%) si confermerà la principale regione produttrice. Un'area che negli ultimi anni ha registrato una costante crescita produttiva anche grazie alla progressiva entrata a regime dei nuovi impianti di Prosecco realizzati prima del blocco decretato dalla regione. Sul piano dei volumi prodottiil Veneto è seguito dall'Emilia Romagna (7,3 milioni di ettolitri, 5%), dalla Puglia (6,7 milioni, 25%) e dalla Sicilia (5 milioni, 10%). Di fatto queste quattro regioni da sole produrranno nel 2015 circa 28 milioni di ettolitri, un quantitativo pari al 60% della produzione nazionale. Ma risultati lusinghieri sono attesi anche in regioni viticole importanti come Trentino Alto Adige ( 15%), Campania ( 25%), Piemonte e Friuli (per entrambe è atteso un progresso del 10%) oltre al vero e proprio exploit previsto in Sardegna ( 32 per cento). Unica nota produttivamente negativa quella della Toscana dove per la produzione si immagina invece un arretramento del 5% rispetto allo scorso anno. Una produzione più importante però sposta ora l'attenzione sul mercato e in particolare su quello estero. «Con consumi interni in costante calo — ha spiegato il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella — è ovvio che la partita si giocherà fuori dei confini nazionali. All'estero negli ultimi anni abbiamo anche compiuto innegabili passi in avanti visto che il prezzo medio dei vini italiani è cresciuto dal 2009 a oggi di ben il 42% ma bisogna fare ancora di più, rafforzando le posizioni sui mercati nei quali siamo già leader e rilanciando la sfida ai mercati nuovi». «Resto convinto — conclude Martelli — che lo sbocco decisivo per il vino italiano sia la Cina. Un mercato sul quale a malapena copriamo una quota del 5% contro il 50% dei francesi. Ma non abbiamo alternative e nonostante le recenti crisi valutarie ed economiche in atto in quel paese il vino made in Italy deve rilanciare la propria sfida perché dai progressi in un mercato da oltre un miliardo di consumatori dipenderà sempre più il futuro del vino made in Italy».
Autore: GIORGIO DELL'OREFICE *
Fonte: Sole24Ore
Vino & frodi: 17 cantine tra Udine e Gorizia (ma anche due fuori dal Friuli Venezia Giulia) perquisite dalla Procura di Udine per uninchiesta su un presunto giro di contraffazione con un esaltatore di sapore del vino (non dannoso per la salute)
Vino & frodi: 17 cantine tra Udine e Gorizia (ma anche due fuori dal Friuli Venezia Giulia) perquisite dalla Procura di Udine per un’inchiesta su un presunto giro di contraffazione del vino e, più in particolare, del Sauvignon. L’ipotesi a cui i Carabinieri del Nas di Udine stanno lavorando è che il vino sia stato alterato con l’uso di sostanze contrarie al disciplinare di produzione di vini Doc. Nella produzione, in altre parole, sarebbe stato aggiunto un esaltatore del sapore, un “aroma” che non proviene dalla spremitura dell’uva, bensì da operazioni di tipo chimico. Ma non pericoloso per la salute, specificano gli inquirenti. A comunicare la notizia il Procuratore Capo di Udine, Antonio De Nicolo, che ha tenuto a precisare come la coincidenza tra le perquisizioni e l’avvio, proprio nella giornata odierna, di Friuli Doc di Udine sia del tutto casuale.
“Avremmo preferito attendere la fine di friuli Doc - ha detto De Nicolo - e non è affatto nostra intenzione guastare la festa a nessuno, ma siamo stati costretti ad anticipare le perquisizioni e i sequestri, perché avevamo avuto sentore che la notizia delle indagini si stava diffondendo e non potevamo rischiare che trapelasse prima di eseguire gli accertamenti. Un’uscita prematura sulla stampa avrebbe vanificato il nostro lavoro”.
De Nicolo ha voluto, inoltre, lanciare un messaggio rassicurante ai consumatori, ricordando non soltanto come la sostanza su cui si indaga non sia dannosa per la salute umana, ma anche come l’inchiesta punti a mettere fuori gioco aziende che trasgrediscono la legge, a tutto discapito dei viticoltori onesti.
A rifornire le aziende finite nel mirino della Procura sarebbe stato un chimico friulano che produceva e vendeva loro la sostanza proibita; sono state proprio le segnalazioni di alcuni viticoltori che di quella sostanza non hanno mai voluto fare uso, a mettere sul chi va là gli investigatori, segnalando loro i suoi traffici. Tra le 17 aziende sottoposte a perquisizione e presenti nelle zone del Collio e dei Colli Orientali del Friuli, figurano anche i nomi di etichette molto note e con un vasto mercato commerciale. Per tutti, chimico compreso, l’ipotesi di reato contestata è il concorso in frode nell’esercizio del commercio. L’inchiesta è coordinata dal pm Marco Panzeri.