FORECAST DI FORMIND: previsione dei consumi beverage fuori casa settembre-ottobre-novembre 2015
Lo strumento, realizzato da Formind, quale completamento al prodotto di rilevazione dei consumi AFH (Mindforhoreca©), si rivolge direttamente agli operatori del largo consumo
L’obiettivo dello strumento è quello di fornire una previsione dei dati di acquisto del consumatore finale nel canale, per il mese in corso. La previsione viene elaborata ogni quindici giorni per un periodo determinato, sulla scorta del panel on-line della Piramide dei Consumi, è aggiornata a metà del mese corrente e fornisce inoltre la previsione per i due mesi successivi.
Fornisce altresì la previsione dell’intero trimestre e dell’anno in progressivo, oltre che il discostamento mensile tra il dato previsionale ed il dato di chiusura effettivo del mercato. Viene infine rilevata la previsione di acquisto degli operatori, sulla scorta del dato previsionale rilevato sul consumatore. La comprensione e la conoscenza dei fenomeni che indirizzeranno i consumi potrà, insieme ai dati mensili rilevati dallo strumento Mindforhoreca©, fornire un importante vantaggio competitivo per i nostri clienti sui propri competitors.
OBIETTIVI DELLO STRUMENTO ED APPROCCIO METODOLOGICO GLI INDICI
•TDC (trend detection on consumer) Esprime la previsione di acquisto del consumatore nel periodo. La previsione, frutto della rilevazione degli atteggiamenti al consumo del panel on line della Piramide dei consumi, viene integrata con la previsione meteo del periodo fornitaci dal nostro partner di rilevazione meteo.
•TTSI (trend traders sell in) Esprime la previsione di acquisto degli operatori commerciali del canale che sono diretti clienti del sistema industriale. Questo secondo indice viene elaborato sulla scorta dei dati storici in nostro possesso, della correlazione che i dati al consumo possono avere sul sistema distributivo in considerazione del peso del circuito, il suo stoccaggio, la categoria merceologica di appartenenza ed il numero di referenze/gusti, ciò ci consente quindi di determinare la stima del potenziale indice di de stoccaggio.
FORECAST DEI CONSUMI BEVERAGE FUORI CASA
Info:
ForMind S.r.l.
Pur tra mille difficoltà, le vendite di vino online in Uk continuano a crescere: nei primi tre mesi 2015, come racconta lultima analisi del Wdr - Wilson Drinks Report, gli acquisti via web sono cresciuti del 9% in volume e dell11% in valore
Pur tra mille difficoltà, le vendite di vino online in Gran Bretagna continuano a crescere, trainate dalle bollicine: nei primi tre mesi 2015, come racconta l’ultima analisi del “Wdr - Wilson Drinks Report” (www.wilson-drinks-report.com), che ha preso in considerazione le performance di 13 retailer online, tra cui Tesco, Waitrose, Majestic, The Wine Society, M&S e Laithwaites, gli acquisti via web sono cresciuti del 9% in volume e dell’11% in valore sullo stesso periodo del 2014. Merito, come detto, degli sparkling cresciuti addirittura del 16%, ma non tutti: Cava e Champagne, infatti, hanno lasciato sul terreno il 5%.
“Anche il vino fermo è andato bene nel trimestre, con volumi in crescita dell'8% e valori su del 10% - commenta il direttore del Wdr, Tim Wilson al magazine britannico “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) - che tengono a galla un settore che sta vivendo un momento di oggettiva difficoltà nei più affermati canali on e off-trade. È interessante, inoltre, notare come il modo di vendere online sia nettamente diverso da quello che succede tra gli scaffali dei supermercati”.
Viene confermata, così, la crescita tendenziale delle vendite online prevista da tanti analisti dentro il mondo del vino, di cui Uk e Cina saranno i protagonisti assoluti. Per ora, la quota delle vendite enoiche sul web non si schioda dal 5%, che vuol dire un giro d’affari di 3,8 miliardi di sterline nel 2014, per una crescita, dal 2006, del 600%.
Fonte: Winenews
Ad agosto i prezzi sugli scaffali per i vini non hanno subito scossoni a distanza di 30 giorni, mentre il confronto con i livelli di un anno fa ha restituito, per il quarto mese di fila, un aumento dello 0,6%
Si allontana in Italia lo spettro della deflazione. Ad agosto i pochi movimenti dei prezzi al consumo rilevati dall’Istat hanno lasciato invariato al +0,2% il caro-vita, per un effetto compensativo tra le diverse voci di spesa.
I prodotti a più alta frequenza di acquisto hanno fatto segnare, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, un deprezzamento dello 0,3% nei confronti di agosto 2014, riconducibile principalmente ai ribassi dei carburanti. E’ emersa tuttavia una leggera accelerazione della dinamica inflazionistica per quanto attiene al capitolo alimentari e bevande, alcolici inclusi, con il tasso tendenziale che il mese scorso si è spinto al +0,9%, dallo 0,8% di luglio.
Per i vini i prezzi sugli scaffali non hanno subito scossoni a distanza di trenta giorni, mentre il confronto con i livelli di un anno fa ha restituito, per il quarto mese di fila, un aumento dello 0,6%, inferiore di 3 decimi di punto alla media del reparto food & beverage.
Da rilevare che le referenze enologiche confermano in un arco temporale più esteso un percorso disinflattivo ininterrotto, iniziato quasi due anni fa (nel dicembre 2013). Una dinamica che non sembra invece caratterizzare il resto delle bevande alcoliche, soggette a movimenti più irregolari.
Per le birre il mese di agosto ha fatto segnare un’accelerazione dei prezzi al consumo al +1%, dallo 0,9% del mese precedente, mentre gli spirits hanno confermato il tasso tendenziale di luglio, mantenendo però un ritmo annuo di crescita dell’1,9%.
Nel comparto vinicolo la dinamica dei prezzi incorpora andamenti differenziati a livello di singole referenze. I vini comuni hanno azzerato gli aumenti, limitati a un solo decimo di punto a luglio, mentre le etichette a denominazione d’origine hanno spuntato un più 0,8% su agosto 2014. I prezzi degli spumanti restano fuori dal coro, registrando una crescita decisamente più sostenuta. Il più 1,4% di agosto segnala comunque, per le bollicine, un’attenuazione della dinamica tendenziale se confrontata con l’1,6% di luglio.
Da rilevare che l’inflazione enologica rispecchia, a livello di singole referenze, i divari negli andamenti dei consumi, che premiano sparkling e bottiglie Doc, penalizzando invece i vini comuni.
Nel non food, infine, i capitoli più caldi si confermano Istruzione e Servizi ricettivi e di ristorazione. Comunicazioni e Trasporti restano deflattivi, insieme ad Abitazione, acqua, elettricità e combustibili. p.f