Vieni a conoscere le soluzioni di Federfin Tech a Simei 2015: pad 15 stand c10
Federfin Tech srl e nata dall'ispirazione di creare un'azienda produttrice di capsule in alluminio snella, tecnologicamente avanzata, orientando la propria strategia allinnovazione in un settore in continua evoluzione e crescita.
Il management dell'azienda si avvale di un’esperienza trentennale nell'ambito delle chiusure e andando a creare una nuova idea produttiva ha incentrato la propria politica aziendale al soddisfacimento totale delle innumerevoli richieste del cliente, instaurando un rapporto diretto e collaborativo nella realizzazione di nuovi prodotti e opportunità commerciali.
La collaborazione a livello internazionale con importanti partner commerciali e studi di ricerca hanno permesso un notevole ampliamento della conoscenza e delle competenze dinamiche che si è tradotta nella realizzazione di nuovi prodotti altamente innovativi dalle caratteristiche uniche sul mercato.
In questo anno l’azienda complice il successo della capsula in alluminio per alcolici, olio, liquori e della sempre più forte affermazione dell’uso del tappo a vite per le bottiglie di vino ha raggiunto il traguardo del miliardo di tappi venduti in tutto il mondo..
Il reparto produttivo è composto da macchinari modernissimi, ad altissimo rendimento, ma allo stesso tempo estremamente flessibili nei molteplici cambi di formato delle chiusure, con particolare attenzione all’efficienza dei processi.
Il processo produttivo si avvale di:
5 Sistemi di Visione
96 Attrezzature per fine-linea e stampi per presse
10 Linee da stampa off set
5 Serigrafiche
4 Tampografie e Trasferimenti a caldo
La produzione avviene nel modernissimo stabilimento di TROMELLO, in cui sono impiegate circa 70 persone coinvolte in un processo produttivo no stop, 24 ore su 24 per sette giorni lavorativi diviso in tre turni lavorativi.
Lo spirito collaborativo e ben integrato delle risorse umane con le più moderne tecnologie adottate dall’azienda grazie anche alla flessibilità e capacità organizzativa della stessa consentono tempi di consegna rapidi in un mercato sempre più dinamico ed esigente.
L'azienda esporta in tutto il mondo, avvalendosi di vari uffici commerciali in Francia, Germania, Austria, Italia, Spagna, Olanda, Norvegia, Russia, Messico, Stati Uniti, Vietnam, Cile, Argentina ritenendo la localizzazione aziendale molto proficua al fine di essere costantemente vicina alle esigenze del cliente.
La clientela di FEDERFIN è composta dai più famosi imbottigliatori vinicoli, di alcolici e dagli oleifici italiani di livello internazionale.
L’azienda si avvale di un sistema qualitativo di certificazione internazionale iso 9001/2000.
Il controllo qualità prevede un servizio di monitoraggio costante che spazia dalle materie prime utilizzate, alle varie fasi di realizzazione del prodotto finale.
Vengono rispettati i più rigorosi standard di igiene in relazione ai requisiti haccp e iso 9001/2000, prestando grande attenzione alla salubrità dell'ambiente lavorativo, al fine di assicurare al cliente un prodotto finale di grande qualità sotto ogni punto di vista
Dal punto di vista ambientale, grande attenzione viene rivolta all’aspetto del riciclo, l’alluminio la principale materia prima viene completamente riciclata, cosi come altri elementi del packaging quali plastiche, cartoni ed imballi in genere.
Il sito dell’azienda è
Vieni a conoscere le soluzioni di Federfin Tech a Simei 2015
pad 15 stand c10
Enologia. Raddoppiati gli investimenti dei viticoltori Non si ferma in Italia la corsa alla ristrutturazione dei vigneti. La misura introdotta da Bruxelles nel 2001 dopo quindici anni non solo non registra rallentamenti ma anzi vede raddoppiare gli investimenti dei viticoltori.
È quanto emerge dai dati dell’annualità 2015 (che si è chiusa nei giorni scorsi) e che ha fatto segnare un nuovo record dei fondi Ue spesi per il restyling dei vigneti italiani: 164 milioni contro gli 82 di media dei primi anni Duemila. Risorse che servono a cofinanziare al 50% gli interventi effettuati dalle aziende vitivinicole. Numeri record quindi che sono anche il risultato di un percorso di costante crescita dell’asse “ristrutturazione e riconversione” all’interno delle misure previste dall’Ocm vino e per le quali Bruxelles destina all’Italia circa 330 milioni l’anno. L’incidenza del restyling che infatti all’esordio era del 30% del valore del plafond assegnato all’Italia è ora arrivato ad assorbire oltre il 49 per cento. Insomma nonostante a partire dal 2001 siano stati ristrutturati in Italia oltre 220mila ettari di superfici vitate (un terzo del totale), con una spesa di parte Ue di complessivi 1,76 miliardi di euro la misura non perde appeal. «La corsa a rifare il vigneto è il sintomo della volontà dei viticoltori italiani di adeguarsi ai cambiamenti della domanda – spiega il responsabile vino della Coldiretti, Domenico Bosco –. In questi anni poi c’è stato il traino di alcuni veri e propri fenomeni come il Prosecco nel Nord Est. Molti hanno piantato Glera (il vitigno del Prosecco) finché non è stato deciso il blocco degli impianti. In seguito tanti in quell’area si sono riposizionati sul Pinot Grigio, altro vino che sta incontrando all’estero una nuova giovinezza. E poi non va dimenti- cato il caso della Doc Sicilia, la denominazione regionale che ha introdotto regole produttive più stringenti richiedendo ai produttori di modificare i propri vigneti». «Non mancano i casi di vitigni prima solo a diffusione regionale e che ora stanno uscendo dall’anonimato – aggiunge il responsabile vino della Cia, Domenico Mastrogiovanni – come i grandi rossi pugliesi Negramaro e Nero di Troia. Oppure il caso del- VOCE CRITICA Federvini: «Non basta modificare gli impianti per vendere il prodotto Occorre concentrare le risorse su promozione e mercati» l’Abruzzo, in passato quasi una regione monocultivar col Montepulciano, e che invece sta ora vedendo crescere un vitigno bianco come il Pecorino. O ancora lo sviluppo del Pignoletto in Emilia Romagna e la crescita del Vermentino in Sardegna e Toscana». Ma la soddisfazione del mondo agricolo non è condivisa dall’intera filiera. «Gli investimenti in ristrutturazione almeno nella prima fase sono stati importanti – aggiunge il presidente di Federvini, Sandro Boscaini – ma adesso non più. Ora sono decisioni figlie di un’illusione: che basti modificare gli impianti per vendere il prodotto sui mercati. Invece la complessità dell’offerta vitivinicola italiana va spiegata al consumatore internazionale con idonee azioni di marketing. Se non si vogliono fare i conti con un’amara realtà è meglio concentrare le risorse sul mercato, sulla commercializzazione e sulla promozione all’estero».
Autore: Giorgio dell’Orefice
Fonte: Sole24Ore
Un autunno denso di impegni per Valoritalia, realtà leader in Italia nelle attività di controllo e certificazione dei vini di qualità. A Simei il convegno Il vino bio conquista i mercati. Strumenti, conoscenze ed esperienze.
Un’organizzazione che, in sei anni di vita, è giunta a coprire oltre il 70% del quantitativo nazionale dei vini DOCG, DOC e IGT, con oltre 1 miliardo e 600 milioni di bottiglie controllate nel 2014. Due gli appuntamenti in programma nei primi giorni del mese di novembre, entrambi incentrati sulla certificazione nel settore biologico, attività che Valoritalia segue dal 2012, occupandosi non solo del settore vitivinicolo ma dell’intero comparto agroalimentare bio.
Martedì 3 novembre durante il SIMEI – Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento in scena dal 3 al 6 novembre presso Fiera Milano, a Rho (MI) – appuntamento di rilevanza mondiale nell’ambito della tecnologia del vino, organizzato dall’Unione Italiana Vini, Valoritalia sarà protagonista del convegno dal titolo “Il vino bio conquista i mercati. Strumenti, conoscenze ed esperienze”.
Diversi i temi che saranno trattati, a partire da motivazioni, fattori di successo e problematiche di un settore in piena espansione, ovvero la viticoltura biologica, con focus sulla “gestione” del vigneto bio. L’incontro aiuterà a comprendere quanto il biologico rappresenti sempre più un fondamentale asset nel comparto della produzione vitivinicola e come un sistema di controlli ben strutturato costituisca un valore aggiunto tanto per chi produce quanto, e soprattutto, per il consumatore.
Tre giorni dopo, venerdì 6 novembre, ci si sposta a Verona, per la prima edizione del Salone del Turismo Rurale, primo evento in Italia rivolto al grande pubblico interamente dedicato al turismo e allo stile di vita rurale, che avrà luogo, dal 5 all’8 novembre, all’interno del Palaexpo di Veronafiere, nell’ambito di Fieracavalli. Qui Valoritalia promuoverà il convengo “Bio e territorio: una strategia vincente”.
Sotto la lente di ingrandimento saranno in particolar modo i Biodistretti, quelle aree geografiche dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo dal modello biologico di produzione e consumo (filiera corta, gruppi di acquisto, mense pubbliche bio).