Dal 1 gennaio 2016 è in vigore il nuovo regime delle autorizzazioni per limpianto dei vigneti in Ue. 6.400 euro a disposizione per lItalia, domande da presentare al Ministero delle Politiche Agricole, tra il 15 febbraio ed il 31 marzo 2016
Il 2016 da poco iniziato è un anno a suo modo epocale per il vigneto europeo, e anche italiano: dal 1 gennaio è in vigore il nuovo regime di autorizzazioni per i nuovi impianti (che sarà valido fino al 2030, con una revisione a metà strada già fissata nel 2023), che ha sostituito quello dei diritti, andati in “pensione” con la fine del 2015. Data alla quale il vigneto-Italia contava 642.000 ettari in produzione, e 51.400 ettari di potenziale ancora inespresso, sul quale c’erano cioè i diritti, ma non utilizzati, e quasi tutti i mano a privati (le riserve regionali erano il 5% del totale, dati Crea), che potevano essere scambiati fino a fine anno. Ora, in ogni caso, chi li ha non potrà più cederli, ma solo convertirli in autorizzazioni, entro il 2020, o saranno persi per sempre. Un numero di ettari importante, ben più dell’1% massimo di cui può crescere il vigneto ogni anno, come previsto dai regolamenti Ue. Percentuale che si traduce, per l’Italia, in poco più di 6.400 ettari per il 2016. Per i primi, quelli già in potenziale, per capire quanti siano stati scambiati, dove e tra chi, bisognerà aspettare ancora qualche mese. Per quelli nuovi, da assegnare, invece, le modalità le spiega il Decreto n. 12272 del 15 dicembre 2015 del Ministero delle Politiche Agricole (https://goo.gl/nF0nV4).
Le domande saranno tutte raccolte dal Ministero stesso, e andranno presentate attraverso il Sian (Sistema Agricolo Informativo Nazionale, www.sian.it) tra il 15 febbraio e il 31 marzo 2016. Poi il Ministero raccoglierà tutte le richieste entro il 30 aprile, e comunicherà alle Regioni le aziende beneficiarie delle autorizzazioni, con le Regioni stesse che dovranno poi rilasciarle entro il 1 giugno.
Non molti i criteri fissati per accedere alla domanda. In primis, però, le aziende dovranno aggiornare e validare il proprio fascicolo aziendale. Poi, tutti possono partecipare, a patto di chiedere una superficie di aumento almeno pari a quella già posseduta. E non ci sono particolari criteri di priorità. Niente limiti agli ettari richiedibili e al numero di richieste presentabili, e se sarà superato il plafond (6.400 ettari all’anno), ci sarà un taglio lineare pro-rata, per tutti. A quel punto, sarà data la possibilità di rinunciare all’autorizzazione, se il totale finale concesso fosse meno del 50% di quanto richiesto. Dal momento dell’autorizzazione, però, ci saranno 3 anni per piantare la vigna: se questo non avverrà ci sarà una sanzione amministrativa ma, soprattutto, l’azienda verrà esclusa dall’accesso ai fondi dei Piani Nazionali di Sostegno. E, in ogni caso, per i nuovi impianti non dovrebbero valere i contributi pubblici della misura ristrutturazione. E al termine del primo anno di applicazione sarà effettuata una verifica approfondita al fine di valutare i risultati e apportare, se del caso, modifiche ed integrazioni al fine di migliorare l’efficienza del sistema
Parola di Matteo Renzi che, in occasione della conferenza stampa sull'accordo da 6 miliardi di euro siglato tra Ministero e Intesa San Paolo per finanziare il settore agroalimentare, ha confermato le anticipazioni sulla prossima riforma sulla semplificazione della PA.
Nuovo nome e (nuove strategie) per il dicastero agricolo che diventerà Ministero dell’Agroalimentare. Parola di Matteo Renzi che, in occasione della conferenza stampa svoltasi a Palazzo Chigi sull’accordo da 6 miliardi di euro siglato tra Ministero e Intesa San Paolo per finanziare il settore agroalimentare, ha confermato le anticipazioni sulla prossima riforma sulla semplificazione della pubblica amministrazione promossa dal Ministro Marianna Madia (i cui decreti legislativi sono in dirittura d’arrivo), dove è prevista la trasformazione del Ministero delle Politiche Agricole in Ministero dell’Agroalimentare.
“Un ministero centrale nello sviluppo e nell’ identità del sistema Paese” ha sottolineato il presidente del Consiglio, richiamando una riforma che vuole lanciare “un messaggio simbolico importante: in Italia l’agricoltura e l’agroalimentare non sono il passato del paese ma la pagina più bella che scriveremo. In questi anni abbiamo perduto la sfida della filiera del valore del prezzo, perchè non è stato fatto abbastanza. Dobbiamo far tornare di moda tutto ciò che è agricoltura ed agroalimentare. Si tratta di un settore strategico della nostra economia, dove emergono le qualità, le capacità, l’identità stessa del nostro paese, del nostro territorio, anche nel mondo. Pensate al cibo, al food, settore in cui l’Italia non ha rivali sul pianeta. È una parte importante del presente dell’Italia e dell’impegno del nostro Governo e lo sarà sempre di più in futuro: per questo abbiamo deciso di cambiare il nome del ministero guidato da Maurizio Martina che da ministero delle politiche agricole alimentari e forestali prenderà il nome di Ministero dell’Agroalimentare»
Promuovendo la riforma che rappresenta di fatto un riconoscimento importante per il lavoro svolto in questi mesi dal ministro Maurizio Martina in difesa dell’agroalimentare italiano, Matteo Renzi ha rilanciato su un tema a lui caro “Il 2015 è stato l’anno in cui abbiamo battuto il record delle esportazioni dell’agroalimentare: 36 miliardi di euro, oltre ad aver riconquistato il primato mondiale – con buona pace dei nostri amici francesi – di produzione vinicola. Nei primi 6 mesi del 2015 il Pil agricolo in Italia è aumentato del 6%, creando 20mila nuovi occupati, in particolare tra i giovani. Nei primi 10 mesi del 2015 nel settore agroalimentare sono nate 53mila nuove imprese. Abbiamo speso il 98% dei fondi europei nello sviluppo rurale” sottolineando come con la legge di stabilità, che toglie Imu e Irap dai terreni agricoli, gli agricoltori risparmieranno 600 milioni. “Ma vogliamo prendere un impegno ambizioso – ha proseguito Matteo Renzi – i 36 miliardi dell’export agroalimentare, sono un record per l’Italia ma – anche se il ministro Martina mi odierà – è ancora poco, dobbiamo arrivare a 50 miliardi. Non è possibile che l’Italia con i numeri che ha non arrivi a quei livelli. Ci arriviamo, ci metteremo qualche anno ma ci arriviamo”. Da parte sua, il Ministro Maurizio Martina commentato che “il passaggio al ministero dell’Agroalimentare è il nostro approdo naturale per valorizzare al massimo la spinta di Expo. Stiamo parlando di un lavoro strategico per il Paese e sono contento che il 2016 possa essere fino in fondo l’anno di questa svolta utile”.
Unanime il commento positivo dei rappresentanti delle associazioni di categoria nel settore agricolo presenti alla conferenza stampa (con qualche distinguo venuto solo da Federalimentare), tra cui l’Unione Italiana Vini intervenuta con il presidente, Domenico Zonin ed il segretario Generale, Paolo Castelletti. Si tratta di un passaggio strategico di fondamentale importanza – ha sottolineato Domenico Zonin – perché rispecchia la realtà produttiva moderna dove le antiche ripartizioni economiche hanno perso valore e significato. Agricoltura, industria, trasformazione e distribuzione sono ormai parte di una stessa filiera agroalimentare che finalmente troverà nel nuovo Ministero un unico punto di riferimento governativo che certamente contribuirà a definire in maniera più semplice politiche integrate delle diverse filiere agroalimentari. Con il nuovo ministero – ha concluso il presidente di Unione Italiana Vini – sono certo che verrà anche favorito lo sviluppo di sinergie trasversali fra diversi comparti produttivi in alcune aree strategiche come, ad esempio, la promozione e le politiche dell’export”. Maggiore efficacia nei confronti della politica europea e semplificazione nel lavoro di interlocuzione con la pubblica amministrazione sono stati invece i concetti richiamati dal segretario generale dell’Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti. “Con il nuovo Ministero dell’Agroalimentare avremo un interlocutore governativo più forte e univoco nei confronti dell’Unione Europea dalla quale dipendono oggi gran parte delle politiche nell’agroalimentare oltre al fatto che, riunendo competenze oggi sparse anche in altri ministeri, diventerà più semplice promuovere politiche integrate filiera verso i mercati sia interno e internazionale”.
Fonte: Uiv
Donne del vino, Federazione Europea dei Vini a Denominazione di Origine, Cir.Food, Confagricoltura Rovigo, Coldiretti Giovani Impresa di Enna.
DONATELLA CINELLI COLOMBINI è il nuovo presidente delle Donne del Vino. Nata in una delle maggiori famiglie produttrici di Bru-nello di Montalcino, titolare di Casato Prime Donne e Fattoria del Colle, ha utilizzato la sua esperienza per ideare, nel 1993 l'evento Canti-neAperte e fondare l'associazione «Movimento del turismo del vino» che ha guidato fino al 2011. OItre a Cantine Aperte, che si tiene ogni anno nell'ultima domenica di maggio, ha dato il via a Calici di Stelle che si svolge nel mese di agosta Sostituisce Elena Martusciello che ha guidato l'associazione dal 2010. info@ ledonnedelvinacom.
RICCARDO RICCI CURBASTRO, dopo due mandati, lascia la presidenza di Efow, Bernard Farges è il nuovo presidente della Federazione Europea dei Vini a Denominazione di Origine. Viticoltore con suo fratello Mauriac Gironde, Bernard Farges è stato presidente del Consorzio delle denominazioni Bordeaux e Bordeaux Superiore ed è presidente in carica della Cnaoc (Confederazione Nazionale dei Produttori di Vino e Distillati di Vino Doc, membro di Efow) e del Civb (Comitato Interprofessionale dei vini di Bordeaux). in fo@e fow.eu
GIORDANO CURTI assume la guida della direzione generale di Cir.Food, impresa di ristorazione che in Italia conta llmila dipendenti e 1.200 centri produttivi. Affiancherà la presidente Chiara Nasi. Curti ha 40 anni, è laureato in Economia e Commercio ed è entrato in Cir food nel 2004. Nel 2014 l'azienda ha chiuso con un fatturato di 507 milioni di euro e 80 milioni di pasti preparati. cir-food@ cirfood.it
RODOLFO GARBELLINI è stato confermato alla presidenza del sindacato pensionati di Confagricoltura Rovigo mentre alla vicepresidenza è stato riconfermato Mario Scarparo. Rinnovato anche il consiglio composto anche da Rino Bellini, Enzo Braga, Giovanni Buoso, Maria Forza, Maria Luigina Mesini, Edda Pizzo e Cecilia Visentin. info@agrim.eu
MARCO RIZZO, 26 anni, è il nuovo delegato provinciale Coldiretti Giovani Impresa di Enna. Rizzo, agrotecnico, è stato eletto stamani ed oltre ad avere un allevamento ovino produce formaggio e recentemente ha anche aperto un agriturismo a Nicosia. enna@ coldiretti.it Andrea Sette fonti ***