Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella e Barolo tra i rossi, lAlto Adige in assoluto tra i bianchi: ecco le quotazioni dei vini sfusi più importanti alla fine del 2015 dItalia (dati Ismea). La crescita maggiore, però, è del Prosecco
Le quotazioni dei vini sfusi più importanti alla fine del 2015Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella e Barolo tra i rossi, l’Alto Adige in assoluto tra i Bianchi: ecco le quotazioni dei vini Dop sfusi più importanti alla fine del 2015 d’Italia secondo gli ultimi dati Ismea, analizzati da WineNews, alla vigilia delle Anteprime delle nuove annate delle denominazione top del Belpaese (ad aprire le danze, come sempre, sarà “Anteprima Amarone”, il 30 e 31 gennaio a Verona, con il Consorzio della Valpolicella, prima della “Tuscan Wine Week”, perchè dopo il “Buy Wine”, il 12 e 13 febbraio a Firenze, l’evento promosso da Toscana Promozione, saranno di scena “Anteprima Chianti Lovers 2016” il 14 febbraio, la “Chianti Classico Collection” il 15 e 16 febbraio, sempre a Firenze, poi “Anteprima Vernaccia” il 17 a San Gimignano, “Anteprima Nobile di Montepulciano” il 18 febbraio a Montepulciano, e “Benvenuto Brunello”, a Montalcino, dal 19 al 22 febbraio, insieme ad Anteprima Sangiovese di Romagna Riserva a Faenza, il 21-22 febbraio, seguiti da Anteprima Sagrantino a Montefalco, il 22-23 febbraio, e poi via via, Chiaretto Lugana e Bardolino, “Campania Stories”, “Sicilia en Primeur”, “Nebbiolo Prima” e “Soave Preview”, ndr). Da cui emerge, in generale, una crescita delle quotazioni dell’8% sul 2014, con bianchi (+11%) che hanno fatto meglio dei rossi (6%), grazie soprattutto all’andamento degli ultimi mesi dell’anno. Una crescita dei vini Doc e Docg che fa da contraltare al calo dei vini Igt, che hanno fatto segnare un -8% complessivo (-9% i bianchi, -7% i rossi).
Così, in assoluto, tra i vini rossi, in una “top 10” sostanzialmente divisa tra Toscana, Veneto e Piemonte, il podio è guidato dal Brunello di Montalcino, a 879,81 euro al quintale (+13,5% sul 2014), seguito dall’Amarone della Valpolicella a 870,75 euro (-3,2%) e dal Barolo a 749,53 euro (+6,2%). A seguire, con 393,02 euro al quintale (e +20,8% sul 2014) il Nobile di Montepulciano, davanti al Barbaresco a 355,75 euro (+21,7%) e all’Alto Adige Lagrein a 348,70 euro (+2,6%). A completare le prime 10 posizioni rossiste, nell’ordine, sono il Valpolicella Classico a 250 euro a quintale (+2,7%), il Chianti Classico a 240,24 euro (+35,8%, l’aumento maggiore in assoluto tra i vini rossi), il Valpolicella a 238,86 euro (+3,3%) ed il Nebbiolo d’Alba a 218,87 euro (+18,9%).
Tra i bianchi, invece, la partita è essenzialmente tra Alto Adige e Trentino, con i vini altoatesini che occupano tutte le prime cinque posizioni, dal Traminer aromatico a 444,35 euro a quintale (-1,3%, e n. 4 in valore a livello assoluto), al Pinot Grigio a 270,24 euro (+9,3%), dal Terlano Pinot Bianco a 268,55 euro (+11,7%) allo Chardonnay a 262,18 euro (+12,4%), fino al Pinot Bianco a 257,52 (+0,4%). Seguono ancora il Trento Pinot Nero a 231,43 euro (+10,2%), il Cortese di Gavi a 227,5 (+40,6%, la crescita maggiore tra i primi 10 bianchi), il Conegliano Valdobbiadene Prosecco a 222,33 euro (+8,6%), il Trento a 180 euro (stabile sul 2014) e il Trentino Pinot Grigio a 168,01 euro (+1,5).
Anche se la palma dell’aumento percentuale maggiore tra i vini più importanti, come c’era da aspettarsi visto l’enorme successo nei mercati del mondo, è quella del Prosecco, arrivato a 176,48 euro a quintale, a +51,7%.
Il 52% dei vini a Denominazione dOrigine Protetta trasformati in Italia provengono dalle tre regioni vitivinicole di Veneto, Toscana e Piemonte. La Toscana registra la maggiore propensione allexport nel comparto dei vini rossi a Denominazione dOrigine Protetta (DOP). Il Piemonte è la regione che registra le migliori performance di crescita di export a valore I vini a Denominazione dOrigine Protetta (DOP) veneti spopolano in Danimarca.
Le tre regioni vitivinicole di Veneto, Toscana e Piemonte rappresentano il 30% della produzione nazionale di vino; rappresentatività che sale al 52% se si considera il solo comparto dei vini a Denominazione d’Origine Protetta (DOP), a prova del forte orientamento di queste regioni alla produzione di vini con un più elevato valore aggiunto. Con oltre 10 milioni di ettolitri di vino il Veneto è la regione più produttiva tra le tre, seconda solo alla Puglia a livello nazionale (10,6 milioni di ettolitri). Più ridotte le produzioni in Piemonte e Toscana, dove nel 2013 sono stati trasformati, rispettivamente, 2,9 e 2,4 milioni di ettolitri di vino.
Le filiere vitivinicole delle tre le regioni prese in esame presentano alcune caratteristiche in comune. Tutte e tre, infatti, producono alcuni tra i vini rossi a Denominazione d’Origine Protetta (DOP) più famosi al mondo e, per questo motivo, tutte tre sono accomunate da una forte propensione all’export. Analizzando il solo comparto vini rossi DOP, infatti, la quota di prodotto destinata a mercati esteri sulla produzione totale di rossi DOP delle tre regioni è pari al 49%. Inoltre, considerando le tre regioni separatamente emerge come la Toscana abbia la maggiore quota di export nel in questo comparto, pari al 62%, seguita dal Veneto (54%) e, infine, dal Piemonte (20%). In generale tutte e tre le regioni analizzate ottengono ottimi risultati sul piano delle esportazioni e dopo il difficile periodo della crisi economica (2008-2009) le spedizioni sono riprese segnando notevoli incrementi (figura 1). Seppur con un valore all’export inferiore rispetto a Veneto e Toscana, il Piemonte registra le migliori performance di crescita a valore nel periodo 2005-2014 con un incremento del 311%, seguito da Veneto (218%) e Toscana (154%).
VENETO – PRODUZIONE ED EXPORT DI VINI ROSSI DOP
L’analisi della produzione vinicola per tipologia di vino DOP, IGP e altri (rappresentati da Vini da Tavola (VDT) e vini varietali), mostra come il Veneto sia la regione, tra le tre considerate, con la minor quota di vini DOP (47%). Infatti, malgrado il progressivo ridimensionamento avvenuto negli ultimi anni, rimangono ancora molto rappresentative le categorie degli IGP (40%), dei vini da tavola e dei prodotti varietali (13%). All’interno della categoria dei vini DOP, i bianchi detengono la quota maggiore (80%) grazie ai sempre maggiori volumi di Prosecco prodotti.
Concentrandosi sul comparto dei vini rossi DOP, nel 2014, questa tipologia ha generato un turnover sui mercati terzi di 266 milioni di euro grazie ad oltre 500 mila ettolitri di vino spedito. Il partner commerciale di maggior importanza è la Germania con circa 40 milioni di euro di vini rossi DOP veneti acquistati nel 2014. Tuttavia è anche il Paese con il prezzo medio all’import più basso tra i top-5 importatori (3,46 euro/litro). Segue la Svizzera, mercato in cui si realizza il miglior prezzo di vendita (6,81 euro/litro), a testimonianza del forte orientamento di questo stato verso prodotti ad origine certificata e di elevata qualità. Infine è la Danimarca a registrare le variazioni più significative con un aumento delle importazioni di vini veneti rossi DOP del 616% a valore nel periodo 2005-2014 superando così gli Stati Uniti che hanno chiuso le importazioni 2014 a quasi 27 milioni di euro. Tuttavia, negli USA il prezzo medio dei rossi DOP provenienti dal Veneto ha realizzato l’aumento del pezzo medio più significativo tra i top-5 partner commerciali con un incremento del 15% rispetto al 2013. Chiude questa classifica la Svizzera che, al contrario, registra una contrazione del prezzo medio del -5% rispetto al 2013.
PIEMONTE: PRODUZIONE ED EXPORT DI VINI ROSSI DOP
La filiera vitivinicola piemontese è tradizionalmente molto orientata alle denominazioni d’origine e lo prova il fatto che esse rappresentino il 75% dell’intera produzione regionale che nel 2013 si attestava a poco meno di 3 milioni di ettolitri. Irrilevante la quota dei prodotti IGP (0,1%) mentre il restante 25% è rappresentato da vini da tavola o varietali. Molto equilibrata la suddivisione tra prodotti DOP bianchi e rossi, rispettivamente al 48% e al 52% della produzione regionale di vino DOP.
I vini rossi DOP piemontesi nel 2014 hanno continuato a crescere all’estero superando rispettivamente i 230 milioni di euro e 300 mila ettolitri dei volumi e valori esportati. Grazie a queste performance commerciali il Piemonte può vantare il valore medio unitario all’export più elevato tra le tre regioni prese in esame con 7,7 euro/litro. La storica notorietà dei grandi rossi piemontesi negli Stati Uniti è provata dal fatto che essi rappresentano il primo partner commerciale per questa regione con gli acquisti che nel 2014 hanno raggiunto quota 66 milioni di euro registrando il più alto valore medio dei prezzi (9,07 euro/litro) all’import. L’appeal di questi vini è cresciuto significativamente anche nel Regno Unito dove tra il 2005 e il 2014 il valore dell’import di rossi DOP è aumentato del 700%, passando da 2,7 milioni di euro agli attuali 19 milioni di euro e dove, solamente negli ultimi 12 mesi, il valore dell’import è aumentato del 20%. Il dato generale più significativo è l’incremento dei prezzi medi che ha caratterizzato l’export di questa regione che tra il 2013 ad oggi ha registrato un aumento medio del 8% trainato da incrementi del 30% in Svizzera e del 10% nel Regno Unito.
TOSCANA: PRODUZIONE ED EXPORT DI VINI ROSSI DOP
La Toscana rimane la patria dei rossi DOP in Italia con 1,5 milioni di ettolitri prodotti nel 2013. Infatti, anche per questa regione si registra un importante propensione alle certificazioni d’origine, rappresentati quasi totalmente dai vini rossi DOP (93%), mentre i vini varietali e da tavola detengono complessivamente una quota minore dei vini regionali (28%).
Tra le regioni considerate la Toscana ha la leadership dei vini rossi DOP esportati, sia in volume che in valore, (1 milione ettolitri e oltre 500 milioni di euro nel 2014), in crescita del 125% dal 2005 ad oggi. Il prezzo medio all’export registrato nel 2014 è stato di 5,44 euro/litro, con un range che oscilla tra i 4,3 euro/litro nel Regno Unito e i 7,82 euro/litro realizzati in Svizzera. Il principale partner commerciale della Toscana per l’acquisto di rossi DOP sono gli Stati Uniti, dove vengono destinati circa un terzo del prodotto destinato all’estero (32 milioni di ettolitri) seguiti dalla Germania a quota 19 milioni. Le migliori performance di crescita di questi prodotti sono state realizzate in Canada dove dal 2005 le esportazioni di vini rossi toscani DOP sono cresciute del 180% in valore e di oltre il 200% in volume malgrado la conseguente perdita di valore medio, contrattosi del 12% tra il 2013 e il 2014. Anche la Svizzera registra una frenata dei prezzi medi,malgrado sia il Paese con il più significativo incremento in valore nell’ultimo anno (26%) il prezzo medio si è contratto del 9%.
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FINO A 500 MILA EURO Al PRODUTTORI DEL GRANDE ROSSO PER UN AFFINAMENTO IN CANTINA SENZA ASSILLI FINANZIARI
Future e derivati sul vino italiano non sono una novità sul nostro mercato. Già a cavallo dei 2000, in piena euforia di Borsa, erano comparsi derivati sul Barolo e sul Brunello per offrire un'alternativa agli investitori in cerca di opportunità diverse rispetto a titoli societari divenuti troppo cari. Se ne occupò persino Mediobanca. Ma l'iniziativa, per varie ragioni tecniche, non ebbe fortuna. Chissà che ora l'iniziativa del Banco Popolare, tesa a enfatizzare una eccellenza del territorio riconosciuta nel mondo, possa riattivare un circuito che possa riportare i grandi vini italiani nell'arena finanziaria. Gli è che sul fronte degli impieghi, il Banco Popolare si è appena lanciato in una nuova avventura: ha messo 100 milioni di euro a disposizione delle aziende vitivinicole legate al territorio veronese. In particolare, lo scorso autunno l'istituto e il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella (che riunisce circa 275 aziende), in collaborazione con Siquria Spa, hanno sottoscritto un accordo, il primo nel suo genere, per il finanziamento delle scorte di Amarone e Recioto. Un'iniziativa che ha incontrato un successo tale che, tanto per cominciare, il plafond da 100 mlioni potrebbe essere presto rivisto al rialzo, per via dell'elevata richiesta. Inoltre, il Banco potrebbe presto replicare il programma sia in Piemonte con il Barolo, sia in Toscana con il Bru-nello. I rispettivi consorzi si sono già fatti vivi. Il progetto, spiega una nota del Banco, «nasce dall'esigenza di tutelare l'esclusività, ormai riconosciuta in tutto il mondo del Recioto e, in particolare, dell'Amarone. Complice un'estate quasi perfetta per le esigenze dei vitigni del territorio, l'annata 2015 presenta tutte le caratteristiche per imporsi come una stagione eccezionale, in qualità e quanti-ta». Da ricordare che per Amaro-ne, Recioto e Ripasso, nel 2015 sono state prodotte quasi 60 milioni di bottiglie (13,5 milioni per il solo Amarone), per un valore complessivo intorno a 550 milioni annui (325 milioni solo per l'Amarone). Inoltre, 1'80% della produzione di Amarone è esportato all'estero. Come spiega il Banco, l'importo medio richiesto dalle aziende che hanno prenotato il finanziamento è di 500 mila euro. I prestiti non sono ancora stati erogati poiché le vendemmie sono appena avvenute e le scorte non ancora certificate. «Proprio per salvaguardare l'unicità del prodotto e non svalutarlo, vista la generosa produzione che il 2015 garantirà - spiega il Banco - grazie al finanziamento Vendemmia 2015 le aziende vitivinicole associate potranno essere supportate sostenendo il ciclo di affinamento dell'Amarone. In particolare, potranno finanziare la loro attività dando piena visibilità, e in tempo reale, alla banca creditrice dell'andamento delle scorte di Amaro-ne e Recioto, custodito nella propria cantina, senza essere obbligati a venderlo anzitempo per ottenere la liquidità necessaria all'ordinaria attività aziendale». Il finanziamento prevede una durata massima di 60 mesi con un preammortamento, appositamente calibrato al ciclo naturale del vino, fino a 30 mesi. L'importo finanziabile è pari al 70% del valore della produzione di "vino atto", vale a dire in attesa della certificazione Doc o Docg, e il rimborso del prestito prevede rate trimestrali posticipate. «L'accordo sottoscritto, commenta il presidente del Banco Popolare, Carlo Fratta Pasini - raccoglie il recente invito del presidente del Consorzio, Christian Marchesini, alle banche per aiutare i produttori dell'Amarone a tutelare uno dei prodotti più esclusivi del nostro territorio». Autore: Ca. Sco.