Esporta vini in 55 paesi del mondo e ha una conoscenza sopraffina del settore. Il suo Redigafiì, un Merlot in purezza, con l'annata 2000, ha ottenuto 100 punti su 100 dal temutissimo critico americano Robert Parker e rientra nell'indice Liv-ex, il più importante benchmark per gli investimenti di fine wines.
Eppure, Stefano Frascolla, a capo con la moglie e la suocera, di Tua Rita, azienda vinicola toscana della Val di Comia, con una capacità produttiva di 340 mila bottiglie, si definisce un "piccolissimo", un "artigiano del vino". Tua Rita nel 2014 ha fatturato 3 milioni di euro, registrando un trend positivo se si considera che il primo milione lo ha raggiunto nel 2009, i 2 nel 2012. E la corsa non si arresta. Monsieur Frascolla ha appena inaugurato un polo di distrib uzione di vini in Umbria, a Perugia, Les Grands Crus, oltre alla già esistente (e fortunata) Solo Grandi Vini, agenzia di distribuzione locale di Venturina, Livomo, che dal 2012 a oggi, è passata da 300 mila a 1 milione e 300 mila euro di fatturato. «Visto il successo di Solo Grandi Vini, realtà nata quasi per gioco, attendiamo numeri impetuosi anche da Les Gran-ds Crus* afferma Frascolla. Le premesse ci sono tutte: «La volontà è quella di creare, nel giro di qualche anno, a partire dall'esperimento umbro, una rete di distribuzioni regio-nail che operino pert) attraverso un'unica centrale logistica, un'unica centrale di acquisto e un'unica contrattazione sui prezzi per garantire uniformità sul territorio nazionale, riservando, infine, la parte commerciale e la delicata fase post vendita agli operatori locali» mc-conta. Il perché di quest'ultima scelta è presto detto: «Nessuno conosce il cliente finale, quindi se sia o meno un buon pagatore, meglio di chi lavora in loco. Se infatti, il 30, 40% del portafoglio aziende di Les Grands Crus sarà comune a tutte le sedi, il restante, quindi la parte più cospicua in termini di volumi, riguarderà etichette regionali. È inutile che io inserisca un Lambrusco in un'ipotetica sede Toscana, perché è un vino che in questa regione non si beve. La questione si ribalta se la sede viene aperta, per esempio, in Emilia Romagna» spiega. Non solo: il vantaggio per le aziende che saranno distribuite da Les Grands Crus è quello di godere di contratti di conto vendita. In altre parole, la merce è loro finché non viene fatturata, peraltro a disposizione 24 ore su 24 nella sede di riferimento. Strategie meditate da anni trascorsi in giro per il mondo a conoscere e studiare i mercati. Non è un caso, per esempio, che il nuovo ristorante di proprietà Tua Rita, con sede a San Vincenzo (Livorno) abbia adottato un sistema di vendita del vino vincente. «Da noi il cliente put) scegliere la bottiglia nell'attigua enoteca, e soprattutto pagarla a prezzo da enoteca, quindi con un ricarico minore rispetto alle tradizionali carte dei vini». E poi, se lo desidera, il cliente put) portarsi a casa la bottiglia aperta e non del tutto consumata. Tomando alla distribuzione di Les Grands Crus, le buone notizie arrivano anche per aziende vinicole estere. «Siamo interessati anche all'import*. Nel catalogo, il primo appena redatto, accanto a realtà italiane, ci sono aziende alsaziane, della regione dello Champagne, della Loira, di Sauternes, di Bordeaux e di Borgo-gna, una per tutte la Albert Bichot che si commenta da sé. E i vini di Tua Rita? «I vini top sono distribuiti dall'agenzia nazionale Heres. Il motivo è semplice: giusto o sbagliato che sia, non voglio che le mie etichette abbiano bisogno di avere un altro portafoglio per essere vendute, e viceversa». *** Stefano Frascolla eli Tua Rita, azienda vinicola toscana.
autrice: CHIARA RISOLO
fonte: Libero Quotidiano
Amare il vino, conoscerlo, urne un lavoro: dal marketing al controllo di qualità, dall'export all'innovazione tecnologica sulla filiera. Sono i frutti della Fondazione istituto tecnico superiore«Nuovetecnologieperilmade in Italy nel comparto agroalimentare e vitivinicolo» di Conegliano (Treviso), specializzato nella formazione di professionisti ad alto tasso di qualifiche per ll mercato enoico.
FORMAZIONE Lo scenario è suggestivo: i corsi si dividono tra la "capitale del Prosecco" nel cuore della Marca trevigiana e Bardolino, in provincia di Verona, patria dell'omonimo rosso Doc. Le opportunità pure, se si considerano i numeri registrati dell'istituto: 800 ore di tirocinio sulle i.800 totali del biennio, tasso di impiego fino al 70% a sei mesi dal termine delle lezioni, una rete di partnership che ha permesso l'attivazione di 172 stage aziendali nell'arco di quattro anni (2ou-2o15). Destinazione? I133% dei candidati ha vissuto in prima persona l'esperienza della cani ina, seguito daum6%chehapreferitoaziende agroalimentari, un 14% orientato sulle società agricole e altre quote minori indirizzate a caseifici (u%), Gdo (9%) e distillerie (5%). Una varietà di sbocchi che rispecchia l'obiettivo dell'Ics: rispettare la «vocazione del territorio», ma adattarla all'evoluzione di mercato e alla spinta del marchio made in Italy fuori dai confini nazionali. Lo stesso titolo finale, «Tecnico superiore per il controllo, lavalorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari e agroindustriali», viene declinato sui vari impulsi commerciali del settore: il primo biennio più incline a controllo e gestione qualità, il secondo interessato a commercio internazionale, il terzo e in quarto in scadenza nel 2oi5 e nel 2oi6 che si completano con skill iper-specifiche come padronanza del software gestionale e web-marketing, legislazione nazionale,Ueed extraUe,logisticae distribuzione. I requisiti d'accesso? Conoscenze di agraria gioca-n o a favore, m a non ci sono vi n coli sul curriculum di provenienza: tra i poco più di loo iscritti dal aou a oggi, la maggioranza di diplomati dagli istituti agrari (35%) si affianca a fette robuste di diplomati in uscita da licei (24%) istituti alberghieri e di ragioneria (n% e iris) eun4%dilaureati. Alle origini del progetto, del resto, non c'è una lista qualsiasi di partner. Tra i soci fondatori compaiono una storica scuola d'enologia come l'Isiss Cerletti di Conegliano e l'Istituto Carnacina di Bardolino (Verona), il Centro interdipartimentale perla ricerca in viticoltura ed enologia dell'università di Padova e l'azienda spumantistica Carpen Malvolti, leader della Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Proprio l'istituto Cerletti, nato nel 1876 e legato fm dalle origini alle famiglia Carpen, ha fatto scattare la scintilla di un centro di formazione terziaria che producesse un ulteriore step di formazione. Questione di business e cultura pro-duttiva,fattoricheconvivononel-l'economia vinicola della zona «Cultura che si traduce anche in acquisizione di competenze ben definite, perla valorizzazione del territorio e lo stretto suo legame con l'economia vitivinicola» dice Rosanna Carpen, presidente della Fondazione e pronipote dell'Antonio che contribuì a fondare lo stesso istituto Cerletti. Anche perché l'Its, aggiunge la direttrice Damiana Tervilli, può fare da motore per lo «sviluppo delle conseguenti dinamiche economiche, sociali e professionali» in una terra di Pmi come il Veneta Per ulteriori Wormazioniwww.itsagroa-limentareveneto.com/coneglia-no/index.php t/.
Alberto Magnani
Fonte: Sole 24 Ore - Lavoro e Carriere
Prosecco taroccato? Sigilli, per ora preventivi, a cisterne in una ventina di cantine a Treviso, a cura dei Nas del Veneto. Il Governatore Zaia invita alla cautela: controlli annuali sulla congruità delle denunce. Le azioni del Consorzio
I Nas dei Carabinieri sono andati alla caccia dei “furbetti” del Prosecco e - stando alle agenzie di stampa che oggi hanno battuto la notizia - i numeri che hanno scoperto nei registri di carico e scarico delle uve di alcune aziende non quadravano. I sequestri di spumante Docg “taroccato” sono per ora preventivi, ma, se fossero suffragati dai risultati delle analisi dell’Ispettorato anti-frodi di Conegliano, faranno sparire dal mercato molti ettolitri di finto Prosecco.
“Le bottiglie uscite sul mercato, con il sigillo e contrassegno - hanno precisato fonti dell’Ispettorato di Conegliano - sono, comunque, tutte in linea con quanto prescrive il disciplinare. Va ricordato che il nostro è anche un lavoro per tutelare il consumatore”. “I controlli, eseguiti nelle passate settimane, hanno visto gli investigatori concentrarsi in particolare su una ventina di aziende trevigiane del Docg. Come avviene in ogni situazione - osserva ancora l’Ispettorato - c’è chi si attiene alle regole e chi no”. Diverse aziende vinicole stanno ancora producendo gli atti richiesti: l’Ispettorato anti-frodi sottolinea il’importanza di attendere l’esito finale delle verifiche perchè, “come è accaduto anche in passato, ci sono state cantine a cui erano state fatte contestazione che poi, completata la documentazione, sono risultate essere in regola”.
Un marchio Prosecco tanto ricercato nel mondo che forse ha spinto qualcuno, ma saranno poi le indagini a suffragarlo, a cercare scorciatoie. Bastano e avanzano per danneggiare la filiera le grossolane imitazioni del “Kressecco” e “Meer-Secco” scoperte in Germania, o il Prosecco “alla spina” che il Ministero dell’Agricoltura è riuscito a stoppare nel Regno Unito. Il Governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, primo testimonial del Prosecco, invita alla cautela: “siamo ancora nell’ambito dei controlli annuali sulla congruità delle denunce - dice - Se ci saranno casi particolari saranno direttamente i carabinieri a dare informazioni più dettagliate”. Il presidente, Luca Zaia, ha poi affermato che “per il momento siamo ancora la Denominazione di origine controllata (Doc) più grande d’Italia e del mondo”.
Anche il Consorzio di tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore docg, in una nota, mette le mani avanti e precisa che i controlli effettuati “hanno riguardato aziende e prodotti delle province di Treviso, Belluno e Venezia, non specificatamente, quindi, l’area Docg di Conegliano Valdobbiadene, nè nessuna altra denominazione”. “Tutte le indagini, inoltre, riguardano solo i prodotti detenuti in cantina e sono state svolte nell’ambito delle attività ordinarie delle autorità competenti e non conseguenti a specifiche segnalazioni. Da una prima verifica, si tratterebbe di illeciti amministrativi e non penali e ad alcuni sequestri sono già seguiti i dissequestri”. Il Consorzio “conferma la propria volontà di tutelare il prodotto e - conclude - proteggerne l’immagine e continuerà, quindi, a monitorare la vicenda. Qualora siano accertate eventuali responsabilità di carattere penale, esso si considererà parte lesa e si costituirà come parte civile. Al momento, tuttavia, non esistono elementi per ipotizzare tale azione”.
In sostanza, non si parla per ora di frode, ma di aggiramento del disciplinare. I maggiori quantitativi di vino sono stati sequestrati dal Nas nelle cisterne di una ventina di cantine del Trevigiano. Se risulterà prodotto con uve diverse, meno nobili da quelle del disciplinare Prosecco, il vino a cui sono stati messi i sigilli è destinato al declassamento, ma anche alla distruzione. L’Ispettorato di Conegliano ha precisato che, anche in presenza uve di qualità inferiore, non viene messa in discussione la qualità del vino, e non c’è alcun pericolo per i consumatori”.
L’operazione ha riguardato molte altre tipologie di vini oltre al Prosecco, e si inserisce nei periodici controlli svolti dai Nas a fine vendemmia, per trovare eventuali anomalie tra le quantità delle uve e quelle del prodotto di origine controllata destinato al commercio. Si profilano pesanti multe per le cantine che hanno disatteso le indicazioni comunitarie sui marchio Doc, Docg e Igt.
“Come avviene in ogni situazione, c’è chi si attiene alle regole e chi no”, osservano dall’Ispettorato anti-frodi. Nel mirino c’era la vendemmia 2015, che in molte aree non è ancora conclusa, e, quindi, diverse aziende devono ancora completare la documentazione richiesta.
La Coldiretti, “nell’auspicare che si faccia presto chiarezza sui sequestri di finto Prosecco in Veneto, si sofferma sul fatto che per il Prosecco all’estero è record storico, con un aumento del 20% (sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre 2015). Il Prosecco - sottolinea la Coldiretti - è in testa alla classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo. Tra i mercati più dinamici ci sono la Gran Bretagna, con un balzo del 57% e gli Stati Uniti, che dove si registra una crescita del 47%. All’estero non sono mai state consumate cosi tante bollicine italiane come quest’anno, ma il 2015 sarà un’annata da record sul piano produttivo con una stima di 485 milioni di bottiglie di Prosecco, il triplo sul 2010 e con una qualità considerata ottima per l’andamento climatico favorevole.
Fonte: Winenews