VINITALY 2025 Tanti volti, l’unicità del Wildbacher di Col Sandago

  • 08/04/2025

È una storia di resilienza e sensibilità, prima che di passione per la terra, che oggi si è tramutata in un racconto caleidoscopico dalle molteplici sfaccettature: è quella del Wildbacher, vitigno a lungo dimenticato e oggi al centro delle tavole di intenditori e curiosi desiderosi di allargare i propri orizzonti, grazie a un’intuizione di chi il vino lo ama e che oggi con COL SANDAGO torna a nuova luce.

Prezioso gioiello dai mille volti, si svela in bottiglia e nel calice nelle seducenti e dolci note del Dagoberthus Passito tanto quanto nell’elegante versione in purezza in Rosso, passando per la spumeggiante declinazione di un armonioso e floreale Charmat Rosé fino a un Metodo Classico di grande persistenza.

Una vera e propria ode recitata a più voci, riverbero di una nobiltà le cui radici affondano in profondità nel tempo e conducono fino in Stiria Occidentale, tra le campagne austriache di Deutschlandberg. All’interno dell’epopea di un vitigno fiero e piuttosto testardo, circa due secoli fa, l’approdo sulle colline di Col Sandago, nella Marca Trevigiana, dove ha inizio una nuova era. Un approdo non facile, il suo, dato che nelle terre in cui trova rifugio è oscurato da altri vitigni, molto più noti e diffusi. Relegato in un angolo, il Wildbacher quasi scompare, per poi essere riscoperto, ai giorni nostri, da chi di vini sinceri se ne intende.

Martino Zanetti riporta alla luce e s’innamora di quei filari abbandonati all’interno della sua tenuta, affidando ad esperti agronomi lo studio di queste uve così tenaci. Prende vita un piccolo grande capolavoro, nato dalla scintilla di un’intuizione, sbocciato nell’amore per i vitigni più nobili. Wildbacher è unicum, che nelle terre trevigiane si arricchisce di profumi e sentori, ma che domanda una cura certosina, quasi maniacale. La progettazione dei filari è scrupolosa, la vendemmia dei piccoli grappoli con acini compatti e poco polposi avviene rigorosamente a mano.

E una volta giunto in cantina, va trattato come un principe: dorme lunghi sonni (da 24 a 30 mesi) in botti di rovere, per poi riposare altri 12 mesi in bottiglia nella sua variante in purezza in Rosso; nobilita i suoi acini grazie all’appassimento naturale nel fruttaio aziendale, prima di essere sottoposto a una carezzevole torchiatura per dare forma al Dagoberthus Passito; freme in autoclave per circa 3 mesi prima di rivelare il suo animo più esuberante con lo Charmat Rosé; si colora attraverso una breve macerazione sulle bucce prima di affinare pazientemente in bottiglia da 24 a 42 mesi per dare vita a un regale Metodo Classico.

Tanti volti, l’unicità del Wildbacher di Col Sandago. Un tesoro per intenditori che nelle terre di Col Sandago ha trovato la sua nuova casa grazie all’intuito di Martino Zanetti.

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08/04/2025

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