Ma non solo: l’obiettivo è quello di coniugare le esigenze delle imprese con il sistema dei decisori politici e di realizzare un comitato promotore in cui gli stakeholder si prendano la responsabilità dello sviluppo del territorio. Questo e molto di più è quello che è emerso venerdì 17 luglio dalla tavola rotonda dal titolo “Distretto Rurale, dalla competizione dei singoli alla competizione dei territori”, promossa da Confagricoltura Umbria e Marco Caprai dell’azienda agricola Arnaldo Caprai, cantina dove ha avuto sede l’incontro che aveva l’obiettivo di puntare i riflettori su come politica e impresa possono condividere una pianificazione strategica di sviluppo post Covid-19, facendo il punto sul nascente Distretto Rurale dell’Umbria Orientale, che ha come fulcro la produzione vinicola con Montefalco e il Sagrantino da capofila.
I Distretti Rurali sono una risorsa dalle grandi potenzialità, che parla di identità e storia comune, di integrazione fra attività agricole e servizi locali, di coerenza tra produzione di beni e servizi a vocazione territoriale, il tutto rivolto a una sostenibilità in primis sociale e turistica, oltre che economica, che passa attraverso la promozione di uno sviluppo rurale e la valorizzazione delle produzioni di qualità, favorendo l'integrazione di filiera, oltre a garantire la sicurezza alimentare e a salvaguardare il territorio e il paesaggio.
Dopo i saluti iniziali del sindaco di Montefalco Luigi Titta, l’intervento del presidente di Confagricoltura Umbria, Fabio Rossi, ha puntato i riflettori «sull’unione di intenti in direzione di creare innovazione e indotto economico. Aggregazione e qualità sono le parole d’ordine, la filiera è un valore aggiunto. Dalle nocciole al tartufo, le filiere nascenti in Umbria sono molte. Serve però un cambio di mentalità».
Con Lorenzo Zanni (professore ordinario presso il Dipartimento di Studi Aziendali e Giuridici dell'Università degli Studi di Siena), si è esplorata l’importanza della pianificazione del Distretto Rurale per la promozione dei prodotti territoriali di qualità. Secondo Zanni il riconoscimento dei Distretti Rurali è finalizzato a promuovere e sostenere:
DEFINIZIONE DI DISTRETTO RURALE
Secondo il Decreto legislativo n. 228 del 2001, il Distretto Rurale è un “sistema produttivo locale caratterizzato da un’identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione fra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali”. Nello specifico, un Distretto rurale è un sistema produttivo locale costituito da imprese agricole e non agricole ed enti pubblici, in grado di interagire tra loro attuando una politica distrettuale di diversificazione produttiva, di integrazione economica, sociale e di coesione nel rispetto della conservazione e riproduzione degli equilibri naturali e in grado di promuovere una qualità totale territoriale, con una adeguata vivibilità per i residenti, promuovendosi a polo d’attrazione per altre imprese e individui.