PER I CONSUMATORI IL FUTURO E' DEGLI AUTOCTONI E DEI 'GREEN'

Territorialità, esperienza e sostenibilità. Sono queste le parole d’ordine per il comparto vinicolo italiano secondo la nuova consumer survey realizzata da Nomisma-Wine Monitor che ha analizzato i comportamenti di consumo di vino in un campione rappresentativo della popolazione italiana over 18 tra canali di acquisto, motivazioni, prezzi e criteri di scelta. Secondo l’indagine, presentata oggi a Vinitaly dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini - IMT, per i consumatori sono i vini da vitigni autoctoni i protagonisti indiscussi del futuro enologico italiano, identificati dal 39% degli intervistati come trend di consumo dominante. Una vittoria, quella dei vini identitari, sottolineata anche dall’importanza della territorialità nei criteri di scelta del vino. Stando ai dati dello studio, infatti, il 36% dei consumatori si orienta nell’acquisto principalmente in base alla provenienza dei vini, prestando attenzione alla specifica regione di produzione (26%) e alla nazionalità (10%). E mentre 1 italiano su 5 si dichiara disposto a esplorare nuovi territori e vini grazie a promozioni che strizzano l’occhio al portafoglio, il passaparola rimane la migliore arma di diffusione di massa. Nella fase di ricerca delle informazioni, per il 34% del campione il consiglio di amici e familiari è più convincente di sommelier (7%) e media specializzati (9%), che registrano il netto sorpasso del web sul cartaceo (rispettivamente 6% e 3%). Si afferma quindi l’importanza dell’esperienza, quella raccontata o vissuta direttamente attraverso degustazioni al ristorante (importanti per il 13%) ed eventi fieristici dedicati (7%). Sono 44 milioni le persone (l’80% dei 18-65enni) che, nel corso del 2015, hanno consumato vino in Italia, con il 50% che lo beve almeno 2-3 volte a settimana e il 65% che ne assume più di 2 bicchieri ogni 7 giorni. Il consumo si rivela essere direttamente proporzionale all’età, con il 64% dei ‘Baby boomers’ (51-69 anni) che beve regolarmente più volte alla settimana, contro il 50% della ‘Generazione X’ (36-50enni) e appena il 38% dei più giovani ‘Millennials’, che però risultano essere i maggiori consumatori di sparkling. Stappato prevalentemente in casa (64%) e al ristorante (17%), resta forte il legame con la cucina, tant’è che il 20% degli intervistati suggerisce alla pubblicità di puntare sugli abbinamenti enogastronomici. Ma è una tavola sempre più verde quella degli italiani, che vedono il vino del futuro orientarsi verso marchi biologici (20%), vini carbon neutral (9%), packaging eco-sostenibili (5%) e vini vegani (4%).

Tra gli autcotni va poi sottoineato che spunta come  popolarità fra i bianchi il Verdicchio, l’autoctono marchigiano conosciuto dal 77% dei rispondenti, tallonato dal Vermentino (76%) e seguito a distanza da Vernaccia (67%), il Tocai Friulano (66%) e la Falanghina (62%) . 

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13/04/2016
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