Sicuramente perderemo una fascia di consumo, quella più importante, perché l'effetto moltiplicatore porterà questi vini fuori dal segmento. Speriamo di avere uno spazio di trattativa, il ritorno a zero è quasi impossibile, ma forse possiamo scendere al 10%. È presto per dirlo. L'aspetto che mi preoccupa, forse più dei dazi, è il cambio dei gusti del consumatore verso altri vini, magari argentini o cileni, perché poi diventa difficile ritornare indietro». Lo ha dichiarato Franco Morando, direttore generale di Montalbera, tenuta vinicola che si estende fra i territori del Monferrato e della Langa piemontesi. «Personalmente - continua Franco Morando - penso che non bisogni iniziare -eccessi di guerre commerciali- perché alla fine ne soffrirà tutta una lunga filiera che come termine avrà il consumatore finale aggredito da un grado inflazionistico importante. Parlare, chiarirsi, sono le parole chiave, valorizzare il made in Italy, esaltare le nostre produzioni uniche e peculiari, queste sono le migliori armi che possiamo sfoggiare dinnanzi a politiche commerciali di tale severità. La politica, la mediazione avrà un ruolo fondamentale, e speriamo che i Nostri politici, legati anche semplicemente al contesto di ogni singola regione, smettano di sorridere e si rendano conto che se i dazi continueranno ad esser un 20% in aggiuntiva rispetto al già gravoso 25% per un toltale di 45% problematiche di giacenze di vino in cantina sicuramente si registreranno sempre, che non si voglia svendere un prodotto fatto con passione, cultura e dedizione. L'alternativa comunque rimane in qualsiasi caso, a mio sommesso avviso, la diversificazione del portfolio di vendita verso mercati emergenti e di maggior ricezione come l'oriente in generale. L'America rimarrà sempre il sogno di tutti e rimarrà sempre un Paese in cui cercheremo di fare del nostro meglio, ma purtroppo in questo momento è un mondo che sta andando al contrario e noi dobbiamo seguirlo», ha concluso Franco Morando, direttore generale della tenuta vinicola Montalbera.