Masi è stata selezionata tra i 12 produttori rappresentativi per il Grand Tasting “I grandi vini autoctoni italiani”, degustazione ufficiale di Vinitaly 2024, tenutasi martedì 16 aprile. Guidata da Luciano Ferraro, vicedirettore e titolare della rubrica sul vino del Corriere della Sera e dall’enologo Riccardo Cotarella, Presidente di Assoenologi, la degustazione è stata l’occasione per celebrare l’eccellenza delle uve autoctone italiane, simbolo dell’identità vitivinicola del Paese e per conoscere vini capaci di esprimere tutta la storia e la ricchezza dei territori in cui nascono.
La degustazione ha avuto tra i protagonisti il Vajo dei Masi, presentato dal Presidente di Masi Sandro Boscaini. Si tratta dell’Amarone dedicato alla 250esima vendemmia della famiglia Boscaini nel vigneto originario nel cuore della Valpolicella Classica da cui prende il nome. Vaio dei Masi è infatti il luogo in cui nasce l’accurata selezione di uve, cru di alta collina tra Marano e Negrar, che caratterizza questo pregiato vino, con un blend unico di Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara.
L’annata del prezioso vino, prodotto solo in formato magnum, è il 1997, riconosciuta come la migliore in Valpolicella nel secolo scorso. Sebbene maturato per oltre 27 anni, il Vajo dei Masi è stato apprezzato per la sua straordinaria freschezza, che deriva dall’originale metodo di produzione: dopo una prima fase di circa 5 anni di maturazione in legno è stato conservato in contenitori in acciaio a con atmosfera controllata fino al momento dell’imbottigliamento.
Tra le altre grandi etichette in degustazione: il Badia a Passignano Chianti Classico DOCG Gran Selezione 2020 di Marchesi Antinori; il Barolo Prapò 2011 di Ceretto, tra le cantine più rappresentative delle Langhe; il Santa Cecilia DOC Noto 2021 Nero d’Avola di Planeta in Sicilia e il Mastroberardino Radici Taurasi DOCG 2019, vino simbolo della cantina campana.