“Durante Vinitaly 2017 i vitigni italiani saranno protagonisti di sei iniziative legate dallo stesso tema e principalmente le degustazioni di 25 vini ottenuti da viti autoctone di cui esistono pochissimi ettari di vigneto” spiega la presidente Donatella Cinelli Colombini facendo riferimento anche alle tre degustazioni dedicate a Falanghina, vitigni toscani complementari del Chianti, del Brunello, oltre che alla distribuzione di viti pugliesi e alla carta dei vini della cena evento che concluderà Vinitaly.

Due saranno le degustazioni sui vitigni autoctoni rari, entrambe guidate da Ian D’Agata, senior editor Vinous, direttore scientifico Vinitaly International Academy, autore di “Native Wine Grapes of Italy”, unico libro scritto da un italiano ad avere vinto il premio Louis Roederer International Wine Awards Book of the Year.

“Si tratta delle più grandi degustazioni di questo genere mai realizzate – spiega la presidente Cinelli Colombini - Avranno una platea straordinaria di Master of Wine, Master Sommelier, buyer, giornalisti da tutto il mondo guidati da uno dei maggiori esperti mondiali di vitigni autoctoni italiani: Ian D’Agata. È un evento memorabile e mai realizzato prima: rappresenta una pietra miliare nella riscoperta dei vitigni italiani meno conosciuti e a rischio di estinzione”.

La prima degustazione sarà realizzata per Vinitaly International Academy la settimana prima di Vinitaly (3-7 aprile): 13 vini rari saranno presentati a super esperti provenienti da tutto il mondo fra cui Master of Wine e Master Sommelier.

La seconda degustazione è in programma domenica 9 aprile alle 15, in collaborazione con Verona Fiere: verrà sempre guidata da Ian D’Agata. È stato lui a scegliere i 18 vini e una grappa da presentare a 80 giornalisti e esperti internazionali usando un criterio di priorità, rarità e rappresentatività dell’intero territorio nazionale, una scelta che accomuna vitigni con potenziale enologico molto diverso ma con uguale necessità di salvaguardia in una logica di conservazione del germoplasma italiano.

Va ricordato che l’azione delle Donne del Vino in favore dei vitigni autoctoni comprende anche la degustazione di Falanghina delle produttrici della Campania e la tavola rotonda con assaggio sui vitigni toscani complementari del Chianti in alternativa ai vitigni internazionali. Ultimo ma non meno importante la degustazione guidata da Kerin O’Keefe (italian editor di Wine Enthusiast e autrice di “Brunello di Montalcino, Understanding and Appreciating One of Italy’s Greatest Wines,”). La degustazione è sul Brunello prodotto da Donne, organizzata da Wine Enthusiast al quale le Donne del Vino danno un supporto esterno.  Infine  mercoledì 12 aprile nel Palazzo della Gran Guardia di Verona alla fine della cena per concludere  Vinitaly in modo gioioso ci sarà il taglio di un’enorme torta alla presenze del presidente  Maurizio Danese, al direttore generale Giovanni Mantovani e al brand manager Gianni Bruno.  La serata vedrà protagoniste quattro delegazioni regionali delle Donne del vino: Campania, Liguria, Sardegna e Toscana. Ciascuna con un artigiano del gusto che effettuerà un piccolo show cooking e molte specialità regionali da gustare insieme ai vini da vitigni autoctoni provenienti dalle cantine delle donne di tutta Italia.

Le Donne del Vino sono un’associazione senza scopi di lucro che intende promuovere la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Nata nel 1988, conta oggi 750 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste.

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Mario Stramazzo

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13/03/2017
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