I bianchi e i rossi autoctoni di Corte Soarda

Quello di Mirco è un progetto ambizioso e così per qualche anno, quasi con piglio francescano, ogni energia e intento vanno nella direzione di sistemare, seguendo la propria  filosofia, l’azienda agricola Contrà Soarda ai piedi delle pendici bassanesi.

Un periodo temporale necessario per mettere a dimora 50 mila viti e 1000 ulivi, recuperando altre decine di vecchie piante già esistenti ma abbandonate. Il processo produttivo avviene in gran parte manualmente e con tecniche naturali ma si avvale di una struttura bio-architettonica realizzata da Henry Zilio c che s’ispira a Gaudì e Dieste. Gli impianti sono di nuova realizzazione, all’avanguardia tecnologica e gran parte del manufatto architettonico è costruito sottoterra, in modo da favorire il controllo del microclima interno e ridurre l’impatto ambientale. Seduce per la sinuosità degli spazi e a luminosità degli interni, tra moderni impianti di vinificazione che sfruttano la gravità per la movimentazione delle uve in fermentazione e la geotermia per la climatizzazione naturale delle sale. In vigna gli interventi sono realizzati puntando sul biologico e l’utilizzo di eno-tecnologia sulla materia prima è bassissimo mentre di contro si fa equilibrato utilizzo di lieviti “indigeni” Avviata la cantina, e raggiunto il mercato internazionale, Contrà Soarda raccoglie i primi successi e anche il ristorante Pulierin riapre ma non più nella sua sede storica all’ingresso di Bassano, ma di fianco alla cantina.

Con una vista su vigneti e vallata da mozzare il fiato. I vini da gustare sono il Breganze Vespaiolo Soarda 2011: Vespaiola 100 per cento Dal gusto  fresco e sapido dopo aver e maturato in botti d’acciaio. Veneto Bianco il Pendio 2008, con Garganega 80 per cento e 20 per cento di  Vespaiola. Uvaggi autoctoni che conferiscono una mineralità tipica dell'alta collina e di un territorio proprio in vista dei massicci contrafforti alpini del Grappa.  I rossi sono il Veneto  Marzemino, un  nero in purezza che prende la struttura definitiva maturando un anno in legno e poi in bottiglia. La trama tannica è leggera ma è di gran qualità. Il Breganze rosso riserva terra di Lava è invece un merlot anche’esso in purezza. Ben strutturato anche sotto il profilo dei tannini. Per un biennio matura in legno e per un anno affina in bottiglia. Rossi ideali per le incredibile costate alla brace serviti dall'indimenticabile Pulieri che con il suo patrimonio enoloogico alla spalle è tornato più in forma che mai .

Sito ufficiale: www.contrasoarda.it

 

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08/03/2016
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