“Con un andamento produttivo abbastanza differente tra le varie province della regione – sottolineano Davide Frascari, responsabile del settore vitivinicolo di Fedagri Emilia Romagna, e Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – il quantitativo di uva trasformato dalle cantine sociali risulta quest’anno superiore di circa il 3,7% a quello del 2015.
“Analizzando la situazione nel dettaglio – proseguono Frascari e Santandrea – le cantine di Piacenza registrano un calo del 5,2%, superando di poco i 135.000 quintali di uva. Segno meno anche a Bologna, dove la produzione sfiora i 330.000 quintali (-3,10%). A Reggio Emilia la produzione ha raggiunto quota 1.620.000 quintali con un aumento dell’8,95% dovuto all’incremento produttivo dell’Ancelotta. Stazionaria sui livelli del 2015 la produzione di uve Lambrusco a Modena, attestatasi a 1.305.000 quintali (+0,33%)”.
“Passando dall’Emilia alla Romagna – dichiarano Frascari e Santandrea – la produzione complessiva di uva di Fedagri/Confcooperative e Legacoop Agroalimentare sfiora i 4,1 milioni di quintali (+3,1% rispetto all’anno scorso)”.
“L’uva conferita alle cantine sociali – evidenziano Frascari e Santandrea – presenta quest’anno un livello qualitativo particolarmente elevato ed un buon equilibrio delle componenti organolettiche. L’andamento climatico positivo e le temperature elevate hanno infatti favorito la maturazione e aumentato la qualità degli acini”.
A livello nazionale, la produzione totale di vino dovrebbe attestarsi sui 50 milioni di ettolitri, con una leggera diminuzione (-2%) rispetto al 2015 (dati Ismea – Unione italiana vini). Un dato che consente all’Italia di confermare anche quest’anno la leadership mondiale nel settore. In Francia, infatti, si parla di 42,9 milioni di ettolitri (-10% sul 2015) e in Spagna di 42,5 milioni di ettolitri, in linea con l’ultimo biennio.
“Per quanto concerne il mercato del vino – prosegue Santandrea – ci lasciano ben sperare i dati provenienti dall’Europa e dal mondo con quotazioni che stanno risalendo anche grazie ad una delle produzioni mondiali più basse degli ultimi 20 anni a cui si aggiunge una sensibile riduzione degli stock in paesi importanti produttori di uva come la Spagna (-8%)”. “Tutto ciò – conclude la coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – sta portando benefici sui listini internazionali, dove i prezzi degli scambi, Italia compresa, si stanno già muovendo verso l’alto”.