Durante l'Expo 2015 la Triennale ospita la mostra "Camminare la terra" per Luigi Veronelli.
“Camminare la Terra” è la grande mostra ispirata al pensiero di Luigi Veronelli che si terrà alla Triennale di Milano a gennaio del 2015. L' iniziativa e l'organizzazione sono opera del dal Comitato decennale Luigi Veronelli, presieduto da Gian Arturo Rota a cui nella curatela si affiancherà il vice presidente Aldo Colonetti e il direttore scientifico Alberto Capatti (direttore scientifico).
Camminare la terra, la mostra
Camminando la terra Veronelli ha incontrato persone che amato i loro prodotti e ha scoperto gli strumenti utili per il lavoro e per il consumo. "Camminare la Terra" vorrà portare alla luce il metodo di lavoro, la formazione eclettica e le tracce che indicano il percorso verso un futuro auspicabile e necessario, rimettendo al centro di tutto la terra e la cultura materiale.
"Non si tratterà di un percorso enocentrico - hanno spiegato gli organizzatori -, piuttosto il vino sarà il punto di avvio per mettere a fuoco la personalità poliedrica di Veronelli: dal suo rapporto anche intellettuale con la cultura del cibo fino alle battaglie che sostenne a favore della valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva di qualità".
La mostra vuole essere la trasposizione della sua grande cantina, attorno cui troverà spazio il racconto di grandi storie emblematiche che tracceranno un modello di conoscenza concreta e utile a migliorare la produzione italiana e “riportare le parole alle cose”
Veronelli — giornalista, editore, filosofo — è l’intellettuale che più ha influenzato la cultura del cibo e del bere in Italia nel Novecento, un pioniere dei temi dell’Expo sulla nutrizione del pianeta.
Le parole di chi conosceva Veronelli
di recente si è tenuta una serata in onore del decennale della scomparsa di Veronelli. Molte erano le personalità presenti. Ecco le loro parole per vivere l'esperienza e le ispirazioni di Luigi Veronelli.
Pietro Antinori: «Senza l’ispirazione e l’incoraggiamento di Veronelli — spiega il marchese — non sarebbe mai nato il Tignanello, che rappresenta per la mia famiglia e per l’intero settore, il rinascimento del vino italiano».
Carlo Petrini, il fondatore di Slow food: «Veronelli ha creato la figura del gastronomo moderno. Con la sua penna colta e tagliente é stato il primo a indicare una strada nuova, e attraverso i suoi mirabili racconti di vino, i suoi viaggi, il suo camminare la terra ha ispirato molti, me per primo. Ci manca quell’ardore di Gino nel difendere donne e uomini che presidiano i territori, che tengono in piedi le agricolture locali, che puntellano l’assetto idrogeologico di questo paese che frana da tutte le parti».
Lo chef Alfonso Iaccarino “Ho avuto due papà, uno si chiamava Ernesto e l’altro Gino Veronelli. Gino ha sempre seguito il nostro lavoro con amore e io i suoi consigli, da quando, agli inizi, mi diede la lista di una decina di ristoranti stranieri da visitare. Viveva tutto con una passione unica, sia quando con la sua voce avvolgente descriveva un piatto sia quando narrava un vino”.
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05/02/2014