Abbinare la grappa a tutto pasto si può. Al Gran Galà della grappa andato in scena ieri sera, lunedì 7 ottobre, all’Antica Bottega del Vino di Verona, il distillato di bandiera ha accompagnato con raffinata eleganza ogni portata dall’aperitivo al dolce. Una sessantina gli ospiti presenti tra giornalisti, produttori di vino, importatori, opinion leader ed amici di Roberto Castagner, mastro distillatore e fondatore della nota distilleria di Vazzola (Treviso). Presente l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, che ha anticipato il tema del prossimo Vinitaly con la grappa che sarà protagonista anche in tavola.
Ad aprire la serata l’aperitivo con Casta Negroni a base di Casta, la grappa creata nel 2017 per la miscelazione, Bitter Castagner dove è infuso anche il radicchio di Treviso Igp e Vermouth Castagner a base di Glera. Poi la cena è proseguita con Grappa Prosecco Ice servita ghiacciata e abbinata al risotto con la zucca. La Fuoriclasse Leon Amarone è stata servita con la guancia di manzo brasata all’Amarone e ha accompagnato anche il tiramisù. Magistrale è stata la degustazione, guidata della sommelier Sara Tosti, di Riserva 23 anni, la grappa celebrativa del percorso imprenditoriale di Roberto Castagner, con le scaglie di cioccolato fondente Domori, un’eccellenza nel mondo del cioccolato di qualità del Polo del Gusto di Riccardo Illy, ospite della serata. Durante la cena sono stati serviti il Valpolicella Classico Superiore Rafaèl e l’Amarone Ca’ Florian di Dario Tommasi, presente all’evento e fautore dell’incontro tra Roberto Castagner e Luca Nicolis, direttore dell’antica Bottega del Vino.
All’estero gli spirits e il bere miscelato rappresentano due segmenti dove gli abbinamenti gastronomici sono già una realtà basti pensare ai food pairing con i distillati come il whisky, la vodka, la tequila, il rum e il brandy.
«Come per i vini, anche per l’abbinamento cibo/grappa ci sono delle regole basilari - spiega Roberto Castagner -. Per un antipasto di pesce, piuttosto che di salumi o per un primo come un risotto o una pasta al ragù dobbiamo cercare una grappa bianca secca, ma morbida, fruttata, magari servita fredda o ghiacciata che sia in grado di esaltare gli aromi che si stanno assaporando, ma soprattutto sgrassare nel momento finale. Poi, invece, se vogliamo fare l’abbinamento con la carne, ad esempio con un brasato o con una fiorentina, dobbiamo accostare una grappa strutturata magari di Pinot Nero, Merlot e Cabernet, invecchiata in barriques di rovere che gli conferiscono quei sentori tipici di vaniglia e di spezie; quindi mangio carne e sorseggio qualche goccia di grappa: questo abbinamento è sufficiente per esaltare la carne e per rendere la grappa davvero un compagno eccezionale. Con il dolce più famoso al mondo, il tiramisù, ma anche con i dolci al cioccolato, ci abbiniamo la grappa barricata molto invecchiata superiore ai 3 anni, se invece parliamo di gelato va bene una grappa bianca fruttata di Prosecco o di Moscato».
Ma la grappa si sta conquistando un posto di tutto rispetto anche nel mondo della mixology. «Oggi - spiega Samuele Ambrosi del Cloak Room Cocktail Lab di Treviso, ideatore del cocktail Ve.n.to a base di Casta - almeno un 15-20 per cento dei barman utilizza normalmente la grappa nei cocktail mentre fino a qualche anno fa nessuno la proponeva. Oggi in un qualunque cocktail bar definito tale sanno cos’è un Ve.n.to e questa è una vittoria del mondo della grappa e se chiedi un cocktail a base grappa assaggerai qualcosa di meraviglioso».