e che gode del plauso dei moderni

Un riconoscimento che stabilì definitivamente che le scelte di Maura Sarno erano state vincenti nel riporre tutta la appassionata fede di donna del vino nel suo vigneto di sette ettari a Candida, antico borgo avellinese ad oltre 600 m d’altezza. Una vera e propria oasi vitata in un folto bosco di acacia per produrre un Fiano unico e non confondibile con altri, non meno blasonati ma decisamente meno espressivi e caratterialmente unici.


Come lo può essere invece questo campano Fiano di Avellino Docg prodotto di anno in anno nella tenuta di donna Maura, seguendo un'iperbole che sembra non scendere neanche per un millimetro. D'altra parte on potrebbe essere diverso per un vino così elegante, ben connotabile all'occhio con i suoi tre diversi toni di giallo paglia con riverberi. Complesso e al tempo stesso equilibrato nei sentori che si presentano tutti in pari intensità, dal floreale di biancospino e ginestra,alle delicate note di agrume ma anche di pera, nespola e leggere note di nocciola e sottobosco. Grande e potente il suo essere minerale con accenti di pietra focaia e un soffio di fumè.
Godibilissimo poi alla beva tanto che se va trovato un difetto è proprio quello: troppo piacere nel lasciare deliziare il proprio palato da questo frutto di vigna straordinariamente acclimatatasi in una terra dominata da piante poco inclini a concedere spazi ma che davanti all'imperiosità di questo Fiano Docg hanno ceduto. Certo, con l'onore della armi, come del resto s'addice alla regalità di un Docg firmato Maura Sarno, creando così un terroir che i francesi ben difficilmente riusciranno mai ad avere. 

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03/03/2016
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