Il Brachetto, il Trebbiano, si scoprono anche varietà meno note: il Pignolo o l' Erbaluce.
Sono tutti vitigni autoctoni nell'ampio e complesso panorama della varietà presenti in Italia.
Ma cosa significa vitigno autoctono? Si tratta di una varietà di vite coltivata e diffusa nella stessa zona storica di origine del vitigno stesso.
Uno dei suoi tratti distintivi fondamentali è non essere stato trapiantato da altre aree.
L'autenticità, la forma e il colore del grappolo, del chicco, delle foglie conferiscono al vino alcune caratteristiche organolettiche uniche che rappresentano una ricchezza inestimabile per produrre qualità in Italia.
Nell'ampio e complesso universo della vitivinicoltura italiana, la coltivazione e la difesa dei vitigni autoctoni viene intrapresa per la creazione di prodotti qualitativamente alti, a denominazione garantita che permettono di riscoprire e valorizzare sapori unici e possono combattere l' importazione di vini e anche contrastare la diffusione di vini a basso costo che non valorizzano la produzione enologica italiana.
In Italia ci sono circa 350 i vitigni autoctoni, tutte le regioni agricole italiane hanno un elenco di vitigni autoctoni locali.
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Piccola bibliografia
-AA.VV. - I vigneti d'Italia, Edizioni Barzanti 1990
-AA.VV. - Enciclopedia dei vini italiani, Arnoldo MOndadori Editore, Milano 1998
-AA.VV. - Il vino italiano, Edizioni Associazione Italiana SOmmeliers, Milano 2002
-Vitigni Autoctoni (Italian Native Vines): Witness to the Past and Protagonists of the Future
-Vinoè - Vitigni autoctoni italiani, Viaggio attraverso l'Italia del vino per scoprire anche le meno note varietà autoctone, Anno pubblicazione: 2003, Edizioni Gribaudo