Caratteristiche organolettiche:
I vini bianchi frizzanti si presentano di colore giallo paglierino più o meno brillante, e si caratterizzano per sentori fruttati e freschi tipici dei vitigni da cui derivano.
Abbinamenti consigliati:
I bianchi frizzanti sono vini da aperitivo, serviti con antipasti di pesce o salumi e formaggi; si abbinano a pietanze a base di pesce (di lago o di mare, crostacei o da taglio) a svariate tipologie di piatti che non devono però essere troppo saporiti o impegnativi.
Tecniche di produzione:
Per la produzione di vini frizzanti si segue il metodo cosiddetto "Martinotti", conosciuto anche con il nome "Charmat".
Questa tecnica inizia con l'assemblaggio dei vini a disposizione, che vengono chiarificati, refrigerati, filtrati, per poi essere messi nelle autoclavi. All'interno di queste vi è una base di lieviti, ai quali vengono aggiunti sali minerali e zucchero. Dopo la rapida fermentazione (che copre un periodo di 15-20 giorni circa), il vino viene travasato in altre autoclavi con una filtrazione in sovrapressione, per evitare che venga dispersa l'anidride carbonica (filtrazione in ambiente iperbarico). Successivamente, il vino viene refrigerato e filtrato ancora una volta, e viene quindi imbottigliato a tappato.
A seconda di come vengono combinati i procedimenti, si possono avere vini dolci, amabili o secchi.
Esiste anche il metodo "Champenoise" per la produzione di vini frizzanti, che usa le bottiglie invece della autoclavi, ma per la produzione di vini frizzanti non propriamente "spumanti" si preferice il metodo Martinotti.
Un'altra tecnica ancora è il metodo artificiale, che consiste nell'aggiungere anidride carbonica al vino, ma i risultati sono nettamente inferiori qualitativamente.